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Uragano: definizione e significato approfondito
Definizione generale: Un uragano è un potente sistema di bassa pressione caratterizzato da una vasta area di nuvole e pioggia intensa, accompagnata da venti estremamente forti che ruotano attorno a un centro di bassa pressione. È un tipo di ciclone tropicale che si forma negli oceani caldi, principalmente nell'Oceano Atlantico, nel Mar dei Caraibi e nel Golfo del Messico.
Origine e formazione
L'uragano si forma quando le acque calde (superiori ai 26,5°C) forniscono energia al sistema, favorendo l'evaporazione e la condensazione dell'umidità atmosferica. Questa condensazione genera calore latente che alimenta ulteriormente il vortice di bassa pressione.
Fasi di formazione:
- Ondata tropicale: una vasta area di convezione che si sviluppa sopra l'oceano.
- Depressione tropicale: quando si forma un centro di rotazione e i venti raggiungono velocità tra 37 e 63 km/h.
- Tempesta tropicale: con venti tra 63 e 118 km/h.
- Uragano: quando i venti superano i 118 km/h e si sviluppa una struttura organizzata con un occhio centrale.
Caratteristiche principali
- Venti: velocità elevate, che possono superare i 250 km/h negli uragani più intensi.
- Occhio: una regione centrale di calma relativa e bassa pressione, circondata dal muro dell'occhio, una fascia di venti fortissimi e nuvole dense.
- Dimensioni: possono variare da pochi decine a diverse centinaia di chilometri di diametro.
- Precipitazioni: piogge intense e prolungate, spesso accompagnate da alluvioni e frane.
- Effetti: onde alte, mareggiata, distruzione di infrastrutture, perdita di vite umane.
Impatto e rischi
Gli uragani sono tra i fenomeni atmosferici più distruttivi. Possono causare:
- Alluvioni improvvise e allagamenti diffusi.
- Distruzione di abitazioni, infrastrutture e coltivazioni.
- Perdite di vite umane e feriti.
- Interruzioni di servizi essenziali come energia, acqua e comunicazioni.
Categorie di uragani
L'intensità è classificata secondo la scala SSHWS (Saffir-Simpson Hurricane Wind Scale):
- Categoria 1: venti 119-153 km/h
- Categoria 2: 154-177 km/h
- Categoria 3: 178-208 km/h (uragano forte)
- Categoria 4: 209-251 km/h
- Categoria 5: oltre 252 km/h (massima intensità)
Diffusione e aree di formazione
L’uragano si forma principalmente nelle zone tropicali e subtropicali, con maggiore frequenza tra giugno e novembre nell'emisfero nord. Le regioni più a rischio sono:
- Coste orientali degli Stati Uniti
- Caraibi
- Golfo del Messico
- Zone dell’Oceano Pacifico e dell’Oceano Indiano (dove si chiamano tifoni o cicloni tropicali)
Prevenzione e mitigazione
Le aree a rischio adottano misure di prevenzione come:
- Sistemi di allerta precoce
- Piani di evacuazione
- Costruzione di strutture resistenti
- Monitoraggio costante delle condizioni meteorologiche
Conclusione
L’uragano rappresenta un fenomeno naturale di grande potenza, strettamente legato alle condizioni climatiche tropicali. La comprensione approfondita dei suoi meccanismi, delle sue caratteristiche e dei rischi associati è fondamentale per sviluppare strategie di prevenzione e mitigazione degli effetti devastanti di questi eventi atmosferici.
Giuseppe
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E ci risiamo? il sistema climatico con l'aumento globale delle temperature ci porta alternativamente da situazioni piovose con forti allagamenti e distruzioni come ultimamente nel vicentino la voragine su un ponte caduto sotto l'effetto dell'acqua prodotta dall'ingrossamento del fiume per cui due uomini che lo attraversavano sono morti. Dobbiamo trovare il modo di controllare almeno limitatamente le condizioni climatiche nel senso che dobbiamo evitare il forte addensarsi di acqua nelle nubi che con l'arrivo delle perturbazioni creino piogge monsoniche che al loro passaggio ingrossano i fiumi e poi considerando la conformazione del territorio l'acqua portandosi avanti rami e tutto quello che trova per cui in territori fertili adibiti a colture ai danni agricoli si aggiunge che i campi agricoli sono inutlizzabili per anni. Come già detto da tempo il sistema meteorologico è molto complesso e si utilizza un sistema di computer molto sofisticato per cui le previsioni rispetto al passato sono molto più precise . Ora bisogna vedere se in particolari condizioni all'arrivo delle perturbazioni si devono favorire piogge più frequenti insufflando con aerei tra le nubi polvere di sabbia per favorire la pioggia. Avere cioè piogge più frequenti ma meno distruttive facendo si che non si riversino piogge voluminose.Poi allarrivo delle perturbazioni nelle zone alpine se si può fare piovere più frequentemente con sistemi che creino fulmini tra nubi e la terra raccogliendo l'acqua nei laghetti montani come riserva estiva come riportati nella sezione climatologia. Nulla è impossibile all'uomo quando è in corsa sulla strada del bene e del male.
Giuseppe
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Giuseppe
divulgatore scientifico
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Gli ultimi avvenimenti distruttivi causate da piogge torrenziali ci mostrano la mancanza di soluzioni per contrastare i disastri causati dal maltempo, gli infiniti danni. Manca un programma per avere un sistema rifornimento acqua dolce efficiente a partire delle tubazioni, dighe, ma visti i lunghi periodi di siccità a cui seguono piogge invasive, occorre vedere se è possibile "scremare" le nubi affinchè non si creano molte goccioline d'acqua fra le nubi stesse che con l'arrivo di perturbazioni determinano piogge disastrose.
Tengo a precisare che non sono un meteorologo, ma dopo una breve ricerca mi chiedo se è possibile trovare un modo per fare piovere artificialmente in modo continuativo per combattere la siccità, danni e conseguenze sull'agricoltura con aumenti spropositati sui prodotti agricoli. Insufflare sali fra le nubi grazie aeroplani per ingrossare le gocce e farle cadere, si è mostrato insufficiente,
E allora?
Ci si chiede che succederebbe se sulle alpi, a 2000 metri, si installassero una sorta di impianto parafulmine con antenna che termina con multipunte. Se realizzassimo più impianti sull'arco alpino e in particolari situazioni in cui ci sarebbe l'interazione di una perturbazione di aria calda e fredda che agissero sulle goccioline, che avrebbero l'effetto di ingrossarle e, farle cadere. Essendo le nubi, cariche positivamente e negativamente resta da vedere la risultante fra le cariche fra le punte del parafulmine e quelle delle nubi sia tale da determinare fulmini verso terra e potrebbe contribuire a una maggior caduta di pioggia sull'arco alpino: l'acqua si raccoglierebbe nei laghetti alpini o andrebbe a ingrossare le falde acquifere a valle... L'impianto parafulmine per la pioggia potrebbe essere corredati da condensatori, che caricati potrebbero iniettare cariche positive o negative tramite le punte, con lo scopo di ottenere piogge più frequenti. I condensatori potrebbero essere alimentati da un impianto eolico corredato da batteria, Spero che qualche start-up prenda in esame questo progetto e lo porti a termine.
Se questo progetto è fattibile e portato a termine, occorre poi ridurre le perdite nelle tubazioni di ogni acquedotto, realizzare dei laghetti che in caso di piogge riducano i disastri; per compensare la richiesta d'acqua rimettere in funzione desalinatori e costruirne nuovi, riutilizzo acque reflue per l'agricoltura,.... il tutto può essere sovvenzionato dal risparmio tutelato da regolamentare per legge come già specificato più volte.
Giuseppe
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Una stazione meteorologica è un'installazione progettata per misurare e registrare vari parametri atmosferici e meteorologici. Queste stazioni possono essere di tipo professionale, utilizzate da enti governativi e istituti di ricerca, oppure di tipo amatoriale, utilizzate da appassionati di meteorologia.
Gli strumenti principali che compongono una stazione meteorologica includono:
- Termometro: per misurare la temperatura dell'aria.
- Barometro: per misurare la pressione atmosferica.
- Igrometro: per misurare l'umidità relativa.
- Anemometro: per misurare la velocità e la direzione del vento.
- Pluviometro: per misurare le precipitazioni.
- Radiometro: per misurare l'intensità della radiazione solare.
Alcune stazioni possono anche includere strumenti per misurare la copertura nuvolosa, la temperatura del suolo e altre variabili atmosferiche. I dati raccolti vengono spesso utilizzati per analisi climatiche, previsioni meteorologiche e studi ambientali. Oggi, molte stazioni meteorologiche sono collegate a reti informatiche che permettono la condivisione in tempo reale delle informazioni.