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Giuseppe
divulgatore scientifico e storico
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La dengue si manifesta con la comparsa improvvisa di febbre e in alcuni casi, rari, può portare anche alla morte; è una malattia infettiva malattia virale trasmessa dalle zanzare che si sta diffondendo anche in Europa.
La Dengue avanza. Un tempo confinata nelle zone tropicali e sub tropicali del pianeta, questa malattia virale, detta anche “febbre spaccaossa”, inizia a diffondersi in altre aree del mondo, compresa l’Europa magari favorita dal surriscaldamento ambientale. Da 100 a 400 milioni le persone contagiate ogni anno secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): “I numeri sono cresciuti di 30 volte in 50 anni”, ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’OMS. Solo in Brasile la Dengue ha superato la soglia dei 3 milioni di casi nel 2024, quasi il doppio del numero registrato nell'intero 2023.
La Dengue è una malattia infettiva indotta dal virus Dengue (DENV), appartenente alla famiglia dei Flavivirus. Ad oggi si conoscono quattro sottogruppi – detti sierotipi – di virus Dengue che sono molto simili tra loro: DENV-1, DENV-2, DENV-3 e DENV-4.
La responsabile della diffusione di questi virus è una zanzara femmina: l’Aedes aegypti. Se una persona infetta viene punta da una zanzara, la zanzara stessa può trasmettere il virus ad altre persone. E più sono le zanzare portatrici del virus, e più è alta la probabilità di diffondere il contagio.
La Dengue è maggiormente diffusa nei paesi con climi caldi, dove prospera la zanzara Aedes aegypti. Le regioni più colpite sono quelle del Sud-est asiatico, del Pacifico occidentale, delle Americhe, dell'Africa e del Mediterraneo orientale. Anche Paesi come Brasile, India, Filippine, Indonesia e Thailandia hanno registrato un elevato numero di casi di Dengue negli ultimi anni.
All'inizio del 2024 c’è stata un’impennata di contagi in Sud America, in particolar modo in Brasile, dove auto speciali spargono spray antizanzara per le strade, causando molti stati del paese sudamericano a dichiarare lo stato di emergenza sanitaria. Continua ad essere alto l'allarme anche in Argentina: da fine luglio a metà marzo di quest'anno si sono registrati già almeno 106 morti e più di 151mila contagiati, secondo l'ultimo bollettino epidemiologico nazionale del Ministero della Salute.
A causa del riscaldamento globale e dell’aumento di viaggi internazionali dopo la pandemia di COVID-19, la Dengue si sta diffondendo nella fascia temperata del pianeta – che abbraccia anche l’Europa – dove fino a pochi anni fa non esisteva. Questo perché l’infezione può essere diffusa anche dall'Aedes albopictus, la nostra zanzara tigre, un vettore permissivo per la Dengue, anche se meno efficiente di Aedes aegypti.
In un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet Planetary Health, i ricercatori hanno sviluppato un modello matematico per quantificare la frequenza di Aedes albopictus in Europa sulla base delle sue caratteristiche biologiche. Come si può vedere dalla figura pubblicata nell’articolo, la presenza di questa zanzara tra giugno e settembre potrebbe favorire l’insorgere di casi locali di dengue ma anche di Zika virus e Chikungunya, specialmente in Italia, nel sud della Francia e in Spagna.
Capita, infatti, che i viaggiatori che arrivano dalle zone più colpite, come ad esempio il Brasile, vengano punti dalle zanzare autoctone (tigre, appunto), che si caricano di sangue infetto: in questo modo le vittime successive della Dengue si infettano localmente. Attualmente Italia e Francia sono le più colpite dalla crescita di infezioni locali, si legge su Nature. La Francia, in particolare, ha registrato numerosi casi importati, con la maggior parte dei viaggiatori infetti provenienti da Martinica e Guadalupa.
Tuttavia, gli esperti ritengono che la Dengue probabilmente non diventerà endemica in Europa nel breve periodo. Le infezioni locali tendono ad essere ancora sporadiche e stagionali, con un picco in estate e una diminuzione durante i mesi invernali.
Con l’aria di primavera le zanzare cominciano ad accoppiarsi e il rischio che la febbre tropicale si diffonda anche nel nostro Belpaese aumenta. Nel 2023 in Italia ci sono stati 347 contagi di Dengue, la maggior parte persone punte all’estero che hanno manifestano i sintomi in Italia. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Istituto Superiore della Sanità dal 1° gennaio all’8 aprile 2024 risultano: 117 casi confermati di Dengue (tutti associati a viaggi all’estero, età mediana di 42 anni, 50% di sesso maschile e nessun decesso).
Prevenzione dell'esposizione ai vettori
Come anticipato, la Dengue ad oggi non è una malattia endemica in Italia. Al momento, il principale strumento preventivo contro la diffusione delle arbovirosi quali la Dengue, è la riduzione dell’esposizione alle zanzare durante il periodo favorevole alla trasmissione. In particolare, è necessario:
- Implementare sul territorio tutte le azioni di bonifica ambientale mirate a ridurre i siti di proliferazione e di riparo per le zanzare;
- Usare repellenti per l’uso personale e indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe, quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto;
- Usare delle zanzariere alle finestre e soggiornare in ambienti climatizzati;
- Svuotare di frequente i contenitori con acqua stagnante.
Giuseppe
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Gli enzimi giocano un ruolo cruciale nel settore farmaceutico, sia come target per farmaci che come strumenti nella produzione di medicinali. Ecco alcune delle loro applicazioni principali:
1. Target terapeutici
Molti farmaci agiscono bloccando o modificando l'attività di specifici enzimi nel corpo. Ad esempio:
- Inibitori delle proteasi: Utilizzati nel trattamento di virus come l'HIV e l'epatite C.
- Inibitori delle enzimi coinvolti nella sintesi del colesterolo: Come le statine, che riducono i livelli di colesterolo nel sangue.
2. Produzione di farmaci
Gli enzimi sono utilizzati nella sintesi chimica dei principi attivi. Alcuni vantaggi includono:
- Specificità: Gli enzimi possono facilitare reazioni chimiche in modo molto mirato, riducendo la formazione di sottoprodotti indesiderati.
- Condizioni mild: Le reazioni enzimatiche avvengono spesso a temperature e pressioni più basse rispetto ai metodi chimici tradizionali, riducendo i costi energetici e l'impatto ambientale.
3. Formulazione di farmaci
Gli enzimi possono essere utilizzati per migliorare la biodisponibilità dei farmaci. Ad esempio:
- Enzimi digestivi: Possono essere aggiunti a formulazioni per migliorare l'assorbimento di principi attivi.
4. Diagnostica
In campo diagnostico, gli enzimi sono fondamentali per molti test clinici. Alcuni esempi includono:
- Test di funzionalità epatica: Misurando i livelli di enzimi come le transaminasi.
- Test per biomarcatori: Utilizzando enzimi specifici per rilevare malattie.
5. Terapie enzimatiche
Alcune condizioni genetiche possono essere trattate con terapie sostitutive di enzimi. Ad esempio:
- Terapie per malattie da accumulo lisosomiale: Dove gli enzimi difettosi vengono sostituiti con versioni ricombinanti per ridurre l'accumulo di sostanze tossiche.
6. Biotecnologia
Gli enzimi ricombinanti sono sempre più utilizzati nella produzione di farmaci biologici, come gli anticorpi monoclonali e le proteine terapeutiche.
Conclusione
In sintesi, gli enzimi sono fondamentali nel settore farmaceutico per la loro capacità di facilitare e rendere più efficienti processi di sintesi, migliorare la diagnosi e offrire nuove modalità terapeutiche.
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Si ritiene che il coronavirus venga trasmesso principalmente tra le persone per via aerea, quando una persona infetta tossisce o starnutisce. Il COVID-19 può anche essere contratto toccando l’oggetto su cui si trova il virus e successivamente la bocca, il naso o gli occhi; anche se gli scienziati ritengono che questo non sia il principale veicolo di diffusione del virus. Anche se la luce della lampada UV è stata testata in condizioni cliniche e di laboratorio, ed è stata dimostrata l’efficacia nell’eliminazione di vari patogeni, il virus che causa il COVID-19 è una malattia completamente nuova. Anche se gli esperti dicono che non vi siano risultati conclusivi univoci che dimostrino che la luce UV può uccidere il coronavirus, questa dovrebbe essere in grado di farlo, come succede con altri microrganismi, come ad es. il virus influenzale. Pertanto è molto probabile che la luce UV possa rivelarsi un mezzo molto efficace per aiutare a fermare la pandemia di coronavirus e mantenere l’igiene nell’ambiente che ci circonda.
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