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  Giuseppe Pignatale  Presenta:
   Storia contemporanea:
L'IMPERIALISMO.

L'imperialismo è un "fenomeno" che si sviluppò in particolare alla fine del XIX* e gli inizi del XX secolo e che portò alla facile sottomissione di molti popoli dell'Africa e dell'Asia e che tutt'oggi a lasciato tristi conseguenze nel continente "nero". In futuro si dovrebbe intervenire, basandosi sui principi di amare il proprio pianeta co- me te stesso e di cooperazione leale tra i vari Stati sino ad arrivare a quella fra i singoli uomini, per scongiu- rare l'estinzione del genere umano dovuto all'inquinamento e al pessimo impiego delle risorse, soprattutto marine ......

 
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Lotta Globale
per il
Benessere

di
Giuseppe Pignatale

il libro per la perfetta
cooperazione
dei popoli




Sopra: in seguito a una zelante campagna pacifica, nell'Africa meridionale e orientale le truppe britanniche domarono i bellicosi Zulu, sopra è rappresentata la parte finale della tremenda battaglia di di Ginginhlove, 1879.

Nel XIX secolo, mentre i Nordamericani si stavano sistemando nel loro continente, in gran parte desertico, le nazioni europee cominciavano a spartirsi i popolatissimi territori asiatici e lottarono per impadronirsi delle isole del Pacifico e del continente africano.
La Gran Bretagna, che già possedeva l'immenso Impero Indiano, in un primo tempo si tenne in disparte poi entrò nella competizione con le altre potenze per difendere i propri interessi. La Russia in Asia avanzava in Asia verso le frontiere dell'India mentre la Francia creava colonie in Indocina e in Africa.
Grazie al Canale di suez, aperto nel 1869, abbreviò la distanza Inghilterra-India di 5600 chilo- metri mostrando l'importanza strategica di controllare le vie marittimein particolare verso l'In- dia. Poi dopo il 1870, l'industrializzazione della Germania, dette il via a nuove grandi concor- renze tra le nazioni europee nei mercati d'oltremare. L'attività della Germania divenne molto intensa quando dopo 1884-1885 essa creò nuove colonie in Africa e in Pacifico.
Ben presto, le contese espansionistiche delle nazioni europee si estesero in tutto il mondo.
Gli uomini d'affari che operavano in Afica,in Asia e nel Pacifico incominiciarono a chiedere protezione ai propri governi; a questa richiesta si unirono ben presto i missionari Cattolici e Protestanti pensando che in questo modo avrebbero potuto operare senza essere tormentati continuamente dai guerriglieri locali.
Una fede profonda nella propria missione sembrava ispirare sia i missionari, sia tutti gli artefici dell'egemonia europea. In terre sconvolte da guerre, per porre fine alle piaghe delle razzie tribali e alle guerre tribali, avanzavano i soldati per portare la pace, Il compito dei funzionari coloniali era di migliorare il modo di vivere degli indigeni, mentre la medicina occidentale avrebbe spazzato via le malattie e l'antico flagello delle carestia sarebbe scomparso grazie a migliori mezzi di comunicazioni, a nuove strade, a ferrovie, a grandi opere di irrigazione, alle dighe e ai canali.
I governanti degli imperi europei credevano nella superiorità della legge occidentale e in parti- colare nella capacità degli Europei di educare le masse "ignoranti". Nacquero così le scuole all'aperto che cominciarono a trasformare gli Africani in cittadini francesi mentre nelle università

Caricatura del 1876, dove il Primo Ministro Disraeli, vestito da mercante indiano, offre alla regina Vittoria, la corona di Imperatrice delle Indie.

indiane venivano insegnati gli ideali di libertà degli scrittori inglesi. In questo modo ovunque, Russi, Francesi, Inglesi, Tedeschi, Olandesi e Belgi, erano così convinti di compiere una missione di civiltà.
Nel corso del secolo il senso d'orgoglio degli Europei aumentò insieme al benessere materiale a cui si aggiunse il disprezzo verso i popoli soggiogati. Questo sentimento di superiorità e di orgoglio veniva accentuato dalla teoria evoluzionista di Carlo Darwin: in pratica gli uomini politici cercavano di attuare il diffuso concetto della "sopravvivenza del più adatto" e, "il più adatto" per loro era luomo bianco. Nel 1898 il Primo Ministro britannico, il marchese di Salisbury, divise le nazioni in "nazioni vive e moribonde" indicando tra queste ultime la Cina. Presi da questi sentimenti di superiorità, solo pochi Europei cercarono di contrastare quanto avveniva. Sembrava che per secoli l'Europa dovesse dominare il mondo intero grazie alle sue opere di ingegneria, i suoi armamenti e le sue conoscenze scientifiche: questi popoli erano stati conquistati con molta semplicità; tra questi popoli, gli abitanti fell'Africa a Sud del Sahara erano considerati i più barbari e primitivi e quindi più adatti alla colonizzazione. In Africa si distinse un generale inglese Charles George Gordon che divenne eroe sudanese.

E l'Italia come si comportò in questo caso? Il nostro paese a quanto avveniva rispose con la "politica delle mani nette" in quanto l'Italia appena uscita dal Risorgimento, non poteva togliere la libertà ad altri paesi. Poi vedremo che cambierà atteggiamento, e grazie alla compagnia di navigazione Rubattino entrò in Africa occupando l'Eritra e la Somalia, cercando poi di entrare in Etiopia.

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 La Gran Bretagna si annesse la Birmania settentrionale nel 1885 deponendo
 il sovrano Thebaw (in alto seduto nella foto) che si era messo a brigare con
 la Francia.