Giuseppe Pignatale
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  Annibale:   il nemico giurato di Roma.

In queste pagine andremo ad analizzare un grande generale dell'antichità noto per aver messo a dura prova la potenza di Roma risoluta a vincere ad ogni costo, nonostante le dure sconfitte; come sappiamo la lotta si concluse col suicidio di Annibale per non cadere in mano ai Romani e successivamente con la distruzione della città di Cartagine le cui rovine sorgono vicino Tunisi in Tunisia.

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 Le Guerre Puniche.


 Sopra: Annibale

 Origini e gioventù
 Annibale varca le Alpi.
 La Seconda Guerra Punica.(219-201  a.C.)
 L'invasione dell'Italia e primi successi  (218-216 a.C.).
 Gli anni trascorsi nell'Italia merdionale  (215-203 a.C.).
 Ritorno in Africa: Annibale a Cartagine  (202-195 a.C.).
 L'esilio e la morte.

 
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Annibale è considerato tra i più grandi generali dell'antichità. Ancora oggi la sua personalità, la sua tattica militare vengono studiati, presi come esempio. Infatti lui non chiedeva ai suoi uomini più di quando lui poteva dare. Fu un ottimo generale e fu rispettato dai suoi uomini: questo spiega come durante la disastrosa traversata delle alpi, solo pochi suoi uomini disertarono.
Disponeva di un formidabile esercito mercenario costituito da fanti ispanici, i temuti frombolieri delle Baleari, i Galli, i fanti libici e la temutissima cavalleria numida a cui si aggiungeva l'arma segreta rappresentata dagli elefanti africani ora estinti. Lui riuscì a mettere insieme queste forze differenti realizzando all'epoca un esercito temutissimo che sconfisse ripetutamente gli eserciti romani.

La Seconda Guerra Punica, da lui voluta e provocata, aveva una forte opposizione in Cartagine perché avevano paura dei Romani risoluti a vincere ad ogni costo; questo spiega i scarsi aiuti avuti dalla madrepatria durante la Seconda Guerra Punica.
Cartagine aveva un governo oligarchico (comandato da pochi) diretto da famiglie come i Barca da cui Annibale discendeva. Seconda la leggenda, Amicare Barca, padre di Annibale, fece giurare al figlio odio eterno ai Romani. Fu proprio questo odio, ricambiato dai Romani, che causò la morte di più 100,000 uomini fra Romani e alleati e fu causa quasi della rovina di Roma: più di un terzo del Senato rimase ucciso. Un'altra potenza al posto di Roma si sarebbe arresa cercando un accordo: non Roma risoluta a vincere o morire!

Da qui un grande esempio di volontà risolutiva, che oggi, visto il grado di distruzione raggiunto dalle armi moderne, visti i gravi problemi dell'intera umanità che rischia l'estinzione, sarebbe bene collegare alla cooperazione fra i popoli per determinare il bene di ogni singolo uomo indipendentemente dalla razza, pensiero, religione, sesso,....
Quest'odio sfrenato e reciproco, costò duri sacrifici alle due città e terminò alla fine con la distruzione di Cartagine.


 
Sopra: Annibale varca le Alpi.