Dice il proverbio: "impara l'arte e mettila da parte" . In questa sezione vedremo come saldare e brasare.
Per unire fra loro due o più pezzi metallici senza ricorrere ad elementi di collegamento (viti, rivetti,
ecc.) esistono diverse tecniche, la cui caratteristica comune è l'utilizzo di una fonte di calore che sviluppa una temperatura
più o meno elevata. Parleremo di brasatura quando i due lembi dei metalli da unire fondono insieme e di brasatura se a fondere è un altro metallo (materiale d'apporto) che fa da legante.
Per lavorare in sicurezza occorre utilizzare durante la saldatura una maschera protettiva e i guanti. In questa sezione del sito Supersapiens.it analizzeremo le saldature a stagno, a gas e elettrica.
Vediamo alcuni termini importanti per la saldatura: Brasatura: è il procedimento che prevede l'apporto di un metallo di natura diversa da quello dei pezzi da unire;
durante la lavorazione fonde solo il materiale d'appor- to. Essa viene definita dolce quando si lavora temperature basse e
viene richiesta una modesta resistenza meccanica (es. le saldature a stagno), forte o quando si usano le leghe più tenaci e icannelli a gas. Elettrodo: nelle saldatrici elettriche ad uso hobbystico è fusibile, e cioè coincide con il materiale d'apporto: può
essere rivestito o nudo ( il filo delle saldatrici a filo continuo). Gas protettivi: vendono usati nella saldatura a filo continuo e si distinguono in inerti (come l'argon spesso miscelato
con l'elio) e ossidanti (il più diffuso è l'ani- dride carbonica CO2). Puntatura: questa operazione è necessaria per mantenere i pezzi nella giusta posizione durante la saldatura definitiva. La puntatura
in pratica si esegue applicando piccoli punti di saldatura intervallati e contrapposti fra loro. Saldatura: essa si riferisce a quelle giunzioni che si realizzano grazie alla fusione dei lembi dei pezzi da unire; è di due tipi: autogena - senza materiale d'apporto - o eterogena - con materiale d'apporto -. Vetro inattinico: contenuto nella maschera protettiva; esso permette di controllare la saldatura senza danni alla vista.
Sopra: saldatura elettrica.
LA SALDATURA A STAGNO.
La saldatura a stagno è quella che presenta meno problemi sul piano tecnico ed economico, per chè si impara subito e
impiega attrezzi dal costo modesto. Dopo aver scaldato le parti da unire, si usa come materiale d'apporto una lega di stagno e piombo
(in percentuali diverse a seconda del tipo d'impiego) che fonde a una temperatura compresa tra i 195° C e i 325° C.
E' molto usata nei collegamenti elettrici, offrendo una resistenza meccanica modesta ed è particolarmente indicata su rame e ottone (poco meno sul ferro).
Si esegue in genere con un saldatore fornito da punta di rame, risccaldata da una resistenza elettrica o da una fiamma.
I pezzi da unire devono essere prima puliti per asportare l'ossido superficiale e le incro- stazioni di sporcizia: si usa allo
scopo una carta vetrata a grana fine o una paglietta metallica.
Per una pulizia radicale si impiegano prodotti disossidanti, liquido o in pasta, che penetra nei pori del metallo e lo rende pronto a ricevere il materiale d'apporto.
La saldatura si esegue mantenendo calda la superficie e liquido lo stagno: quest'ultimo deve scivolare senza alcuna
difficoltà e indurire formando un rivestimento lucido e brillante.
Per rimuovere una saldatura si scalda lo stagno e lo si rimuove con la pipetta che aspira il metallo fuso grazie a un meccanismo a depressione.
SALDATURA A GAS.
"Lotta Globale per il Benessere"
di Giuseppe Pignatale un libro da leggere per favorire lo Sviluppo Globale.
La saldatura a gas si esegua fondendo il materiale d'apporto con i cannelli e torce a gas liquido
(butano o propano) o funzionanti con una miscela di gas (in genere ossigeno e acetilene): nel primo caso si impieganoleghe a basso punto di fusione
che, essendo a base di argento, sono molto costose, mentre con la fiamma ossiacetilenica, poichè si raggiun-
gono temperature elevate, intorno i 3000° C, è sufficiente un materiale d'apporto meno pregiato.
La saldatura ossiacetilenica, un tempo riservata a soli professionisti, oggi è alla portata di tutti grazie a piccoli posti di saldatura caratterizzati da bombole molto più piccole che hanno un costo ragionevole.
Prima di saldare occorre pulire energicamente le parti interessate con una spazzola di ferro perchè la sporcizia ostacola il processo di fusione.
La temperatura è tanto più calda quando più ci si avvicina all'ugello erogatore: la parte gialla esterna raggiunge circa i 2000* C mentre quella interna blu supera i 3000° C.
I pezzi da unire vanno messi nella posizione desiderata e durante la saldatura devono rimanere ben fermi: è necessario
smussare i bordi quando lo spessore supera i 4 mm.
Il cannello può essere azionato da sinistra verso destra ( per pezzi di spessore superiore a 4 mm) o viceversa (per pezzi fino a 4 mm); la punta del dardo non deve toccare il metallo.
A sinistra: Saldatrice: nei modelli a filo continuo ad uso hobbystico è presente
l'alloggiamento per una piccola bombola di gas inerte che protegge dall'ossidazione la zona di saldatura.
Sopra: gli accessori sono in pratica necessari perchè servono a proteggere gli occhi dall'intensità
della fiamma (la maschera), per rimuovere le scorie (spazzola e mar- tellina) e per collegarsi alla macchina
(cavi di collegamento e pinze).
A sinistra: Saldatura elettrica a elettrodo.
L'elettrodo va spostato a zig-zag per cucire i pezzi da unire. Un'altra tecnica molto valida è quella
dicompiere una serie di movimenti circolari, simili alle spire di una molla appiattita. Alla fine del lavoro occorre rimuovere le scorie.
A destra: Saldatura elettrica a filo..
Questa saldatura non determina produzione di scorie, e non richiede le interruzioni necessarie a sostituire l'elettrodo consumato; la velocità
di avanzamento del filo è in funzione della propria abilità.
Giù: Il calore necessario a provocare la fusione del metallo viene generato da un arco voltaico, che scocca fra l'elettrodo
fusibile ed il pezzo in lavorazione, collegato al cavo di massa. Le saldatrici più economiche e diffuse sono quelle statiche, costituite da un grosso
trasformatore che diminuisce la tensione e aumenta l'intensità di corrente. Come materiale d'apporto si impiegano degli elettrodi rivestiti mentre nelle
saldatrici a filo continuo, l'elettrodo è costituito da un filo ramato che proviene da una bobina sistemata all'interno della macchina e che avanza
automaticamente uscendo dalla pinza a pistola.