Il re dei goti Alarico entrò in Roma per due volte, richiedendo alla città il pagamento di tributi in cambio di protezione. Quando però entrò in Roma per la terza volta nel 410 d.C., la città lasciata in mano al suo esercito, fu saccheggiata. Le cronache parlano di incendi, omicidi, del furto di enormi quantità di oro e di gioielli, di stupri e di donne miracolosamente salvate dalla superstizione o dal rispetto dei barbari. Questo evento, simboleggiò agli occhi del mondo la caduta del millenario potere di Roma. Quattro anni dopo il saccheggio, la nobile donna Galla Placidia, andando in sposa ad Ataulfo, successore di Alarico, doveva sicuramente arrossire vedendo 50 giovani goti vestiti di seta, che le offrivano, come dono di nozze, gioielli e oro provenienti dal sacco della sua città. Eppure i Visigoti, nonostante tutto, si guadagnarono un pò di reputazione di moderazione per il fatto che Roma fu saccheggiata per soli tre giorni. Dopo il sacco, i visigoti scesero verso il meridione, devastando la Campania, la Puglia e la Calabria. Nello stesso anno della caduta di Roma, la morte colse Alarico a Cosenza, durante un'incursione, mentre preparava l'invasione della Sicilia. I suoi soldati, secondo la leggenda, deviarono il corso del Busento per seppellire il corpo del loro re al centro del letto del fiume, e liberarono di nuovo le acque al fine di proteggere la tomba dalle mani dei saccheggiatori e degli archeologi.
di scavi archeologici porterebbe, stavolta, alla luce la reale tomba del Re goto: le Grotte dell’Alimena (fra Carolei e Mendicino, CS), non facilmente raggiungibili se non con mezzi da esploratori. Qui, diversi simboli riconducibili ad associazioni iniziatiche ed esoteriche sono impressi sulle dure rocce; essi si fondono e si confondono tra altri simboli meno comprensibili, probabilmente iscrizioni indicanti la sacralità del luogo. Non è infatti un caso che questi luoghi sono proprio al di sotto di un cimitero. Un giorno, grazie all’impegno e alla passione di un piccolo gruppo di curiosi, la cultura germanica e quella italica potranno, dopo secoli, finalmente riunirsi e condividere una storia che è unica per due culture.
Il ritrovamento del tesoro di Alarico, potrebbe dare un forte impulso turistico alla zona qualora i cittadini calabresi affrontino il futuro con impegno e professionalità. |