Sotto le ceneri degli edifici del I sec a.C., riconoscibili perchè emersi dalle ceneri del vulcano, sono comparsi le insulae, risalenti al III sec a.C.. Praticamente, nella zona archeologica di Pompei, in qualunque punto si scavi, a 80 centimetri, compare la Pompei di 2200 anni fa. Gli archeologi hanno datato i quartieri e gli oggetti ritrovati sul posto; ceramiche dello stile del III sec., ceramiche di vernice nere, anfore, monete di Ebusus (antica Ibiza), dove furono ritrovate per la prima volta, le Baleari servivano da scalo tra l'Italia e la Spagna. Tra i ritrovamenti di maggior pregio ricordiamo i magnifici pavimenti con motivi geometrici stretti nel cocciopesto, una malta fatta di cocci. Nella "casa della nave",poi, sono stati trovati frammenti di muri in ocra gialla,rossa e bianca, sui quali si staglia un uccello dal becco affilato: questo fa pensare che l'epoca d'oro di Pompei sia già fiorente 300 anni prima della sua catastrofe naturale la cancellasse.
prendere in considerazione. L'organizzazione urbana che emerge dagli scavi di Pompei assomiglia a quella che emerge dalla ceneri del I secolo d.C.: le strade, gli isolati e i muri della abitazioni sembrano essersi sovrapposti nel tempo. Questa stratificazione viene confermata da scavi più profondi nella zona Regio VI che rivelano fondazioni risalenti al IV o addirittura VI sec. a.C. Si può dire infine che Pompei è una grande città che ha una struttura fondamentale in stile ellenico come riportato anche da fonti letterarie che testimoniano come fin dall'inizio la città fosse influenzata dalla civiltà greca: infatti la colonizzazione della Campania inizia nell'VIII a.C. con l'arrivo dei marinai greci nella baia di Napoli. Poi nella seconda metà del secolo VII a.C. i popoli di origine osca, che vivevano nella vallata del fiume Samo, fondano la città di Pompei che era imbevuta di cultura greca ed etrusca Negli anni '80 fu scoperta una cinta muraria, risalente al VI sec. a,C, senza scavare, ma ricorrendo a una tecnica basata sulla conduttività eletrica. In effetti la presenza di fondamenta nel suolo, a causa dell'umidità delle pietre, modifica le proprietà fisiche. Quando nel 79 d.C. Pompei fu distrutta e sepolta dalle ceneri vesuviane, aveva una cinta di mura più recente del diametro di 3,5 Km. Non è stato però sempre così: in base a sondaggi eseguiti, pare che gli abitanti del V sec. a.C., erano poco numerosi ed occupavano la zona Regio VIII. Dopo una prima fase di estensione la città si sarebbe per poi continuare ad estendersi. In quegli anni i Pompeiani, come gli altri popoli della Campania, subivano i ripetuti assalti dei romani che avevano incominciato a estendere l'impero. Le ostilità terminarono alla fine del IV sec. a.C. e per Pompei si ebbe successivamente un periodo fastoso, perchè era alimentata da Roma e in forze armate. Dagli studi fatti, Coarelli e Pesando giunsero alla conclusione che Pompei nel III sec.d.C. giunse alla sua massima estensione pari alla prima. Per verificare questa ipotesi, gli archeologi hanno cominciato a scavari nelle zone Regio VI e hanno completato la planimetria della casa del Centauro, la più antica abitazione dissotterra e presa come modello di domus pompeiana del III sec. a.C. Se queste ipotesi verranno confermate allora la Pompei greca ricalca abbastanza fedelmente la Pompei imperiale. Grazie agli scheletri sepolti sotto la cenere è possibile l'esame del DNA. Questo esame si può fare su intere famiglie sepolte sotto la cenere. Recentemente gli archeologi, hanno studiato i 13 scheletri, ritrovati in due stanze da letto della casa di Polibio. Si è costruita l'identità degli abitanti della casa: il padre, forse Caio Giulio Polibio, da un sigillo scoperto nella casa, e i suoi figli di età compresa dai 3 ai 17 anni, una donna che li abbracciava, il cui esame del DNA dimostra che non è la madre dei fanciulli, qualche schiavo riconoscibile dallo stato dello scheletro e dagli oggetti portati.Poi, l'avanzata gravidanza della maggiore delle sue figlie, da una spiegazione della famiglia al suo fianco. Si sono raccolti i dati di un centinaio di scheletri per far sì che i demografi abbozzassero un quadro della popolazione pompeiana al momento dell'eruziome: e tenendo conto che quest'ultima fu rapida e che possibile fuggire solo per poco tempo, e, in base a campione la popolazione do- veva essere composta per metà da bambini. Si è calcolata l'età degli uomini, 41 anni, e 39 per le donne. I bisogni nutrizionali delle 14.000 persone che stavano lì al momento del dramma, sono stati stimati a 14500 Kg di cereali o equivalenti: resta da capire in che modo si venisse incontro a queste richieste.
![]() LA CASA POMPEIANA.- Il tipo più antico di casa pompeiana è quello "ad atrio" presente già nel periodo sannitico: un esempio è la "Casa del Chirurgo" (così chiamata perchè in essa furono ritrovati 40 strumenti chirurgici in bronzo e ferro) e la "Casa di Sallustio" risalente al IV sec. a.C.. Un piccolo ingresso,affiancato da 2 stanze di servizio, conduce nal cortile centrale, ove al centro vi era una vasca - impluvium - per la raccolta della acqua piovana, convogliata dalle falde del tetto inclinate verso l'interno, e, infine raccolta in una cisterna sotterranea. Nell'atrio vi era una cappelletta che custodiva le effigi dei Lari, divinità protettrici della casa; in un lato vi era spesso la cucina costituita da un focolare in muratura. L'atrio era affiancato nei lati lunghi dalle stanze per la notte (cubicola), ambienti molto piccoli ove vi era una nicchia all'interno della quale vi era il letto. Sul lato opposto all'ingresso vi erano le stanze di soggiorno: il tablinum e due ambienti più piccoli ai lati di esso. Al di là del tablinum vi era l'orto- giardino della casa. Nel II sec. a.C. grazie all'influsso culturale greco, la casa ad atrio si trasformò in una dimora più grande e signorile:la casa a peristilio. Il peristilio era un cortile porticato con giardino a centro attorno al quale gravitavano le stanze di soggiorno e di rappresentanza. L'atrio, arricchito dalle colonne che sostenevano il tetto, perse di importanza iniziale.La Casa del fauno, così chiamata perchè nel suo cortile vi era una statuetta di bronzo di fauno danzante messa in un atrio, rappresenta tutte e due le tendenze; era stata costruita sui resti di una casa ad atrio del III sec. a.C. provvista di orto giardino. LE ABITAZIONI POPOLARI.- La stragrande maggioranza della popolazione, composta da artigiani e piccoli commercianti, vivevano in abitazioni connesse ai luoghi di lavoro ricavate nel retrobottega o su piani soppalcati, i mezzanini ai quali si accedeva grazie a scale in legno. Altri tipi di alloggi popolari erano le famose insulae (caseggiati a più appartamenti), che non faranno a tempo a trasformarsi in case di affitto come a Ostia e nella Roma imperiale. RIFLESSIONI FINALI.-Nonostante le grandi catastrofi, come quelle del 79 d.C. che in pratica tolse dalla faccia della terra Pompei ed Ercolano, l'uomo tende a dimenticare, commettendo spesso gli stessi errori, sfavorito dal fatto che questi fenomeni nefasti sono molto distanziati nel tempo. Tutt'oggi l'area vesuviana è ad alta densità di popolazione, e qui sembra che i ricercatori, in base a documentari, hanno messo dei rilevatori sismici per controllare l'attività del grande gigante dormente, il Vesuvio, che in superficie sembra dormire ma non lo è all'interno. A questo punto, la domanda giunge spontanea, data l'ultima eruzione del Vesuvio nel 1944,durante la Seconda Guerra Mondiale, sarà sufficiente il piano di evacuazione a salvare la gente da una futura attività eruttiva del Vesuvio? Torna alla HomeBase |