a cura di
Giuseppe Pignatale
 
Storia:___MILZIADE

Lo stratega di Maratona.

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 Battaglia che determinò, in buona parte, le sorti dell'Occidente, liberandolo dalla tirannide asiatica; con essa nacque
 la tattica militare......



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MILZIADE





Schema battaglia di Maratona





 Scena di guerra riportata su un vaso di
 terracotta: notare lo scudo rotondo,
 gli schinieri.


 Il tumulo degli ateniesi,eretto nella
 pianura di Maratona, a ricordo dei
 192 opliti morti.








AGORA'

 Nelle antiche città greche era la
 piazza ove si teneva il mercato,
 svolgevano le assemblee pubbliche,
 e si discutevano le questioni po-
 litiche.





 Sopra: Milziade in prigione.


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Un giorno d’estate del 490 A.C presso Maratona sbarcarono i persiani del Gran Re Dario I per punire le città di Atene e di Eretria.

Maratona era una località a circa 40 Km a Nord-Est di Atene ove sorgeva un villaggio di poche case nella pianura dell’Attica e, in greco antico significa “campo di finocchio” .

Dieci anni prima la città di Mileto, in Asia Minore, sotto la guida di Aristagora , si era ribellata al dominio persiano ed avevano ricevuto aiuti da Atene ed Eretria.

Nel 494 la flotta del Gran Re Dario I aveva sconfitto quella ionica a Lade, poi fu ripresa Mileto e nel 492 il genero del sovrano Mardonio, aveva riconquistato la Tracia e la Macedonia.

Ora si voleva vendicare soprattutto su Atene.

L’esercito persiano era comandato da Artaferne, nipote del Re,e, dal generale Dati: una forza immensa che gli antichi valutavano di 200.000 uomini su seicento navi. Cifre molto probabilmente esagerate perché probabilmente nella baia di Maratona sbarcarono non più di 20-30.000 uomini , che comunque per i tempi erano una massa imponente.

In precedenza i persiani hanno attaccato Eretria, l’hanno data alle fiamme, resi schiavi gli abitanti imbarcandoli su navi e trasferendoli su un’isola al largo dell’Eubea con l’intento di andarli a prendere più tardi.

A questo punto toccava ad Atene.

Da Dario I si era rifugiato Ippia, il tiranno ateniese esiliato dai suoi compatrioti, che confidava di riprendere il potere con l’aiuto persiano. Proprio Ippia indicò la baia di Maratona, da cui si poteva proseguire in modo agevole per Atene.

Ma vediamo chi era Ippia: figlio primogenito di Pisistrato noto tiranno che aveva portato la democrazia ad Atene. Succeduto con il fratello Ipparco al padre, accadde l’irreparabile: Ipparco, che aveva una funzione subordinata al fratello, non si intendeva di politica, ma di cultura e belle arti, cadde pugnalato da Armodio e Aristogitone, considerati tirannicidi. In realtà si trattava di una sporca storia privata di omosessuali: Ipparco si era innamorato di Armodio, bel giovanotto disponibile, amato, a sua volta dal quarantenne, Aristogitone, un ricco democratico. Quest’ultimo decise di vendicarsi, e, la congiura fu ordita in nome della libertà. Ipparco venne ucciso ma Ippia sventò la congiura, e, divenne crudele: Armodio e Aristogitone furono giustiziati. Quest’ultimi si trasformarono, secondo la fantasia della gente , in martiri della libertà.

I seguaci di Armodio e Aristogitone, fuggirono verso Delfi , organizzarono un esercito e di li attaccarono Atene: Ippia si rifugiò sull’Acropoli per resistere, ma accadde che i suoi figli rimasti in città finirono in mano agli avversari. Per non perdere i suoi figli, Ippia cedette e costretto alla resa li riebbe e dovette accettare l’esilio, pieno di rancori e decise di vendicarsi. Alla fine Ippia si rifugiò in Persia, da Dario che già preparava la guerra contro la Grecia. Ippia si mise al servizio del Grande Re e morì pochi mesi dopo lo sbarco di Maratona. Ippia era in pratica l’ama segreta dei persiani perché conosceva molto bene gli ateniesi.

Gli ateniesi, dal canto loro, come sanno dello sbarco dei persiani, chiedono aiuto a Sparta e alla città greche, ma solo da Platea riceveranno 1000 soldati. Sparta fa orecchie di mercante intervenendo nella guerra solo dopo la vittoria di Maratona lasciando in pratica Atene da sola contro i persiani.

L’impresa appare subito disperata: non più di 10-11000 uomini contro una massa imponente dell’esercito del Gran Re Dario I.

Il comandante supremo dell’esercito o ateniese, o polemarco è Callimaco, uno dei nove arconti che comandano la città: da lui dipendono 10 strateghi, che oggi chiameremmo generali, che comandavano le truppe singolarmente ogni dieci giorni.

Questo fatto se da una parte serviva ad impedire il culto della personalità evitando che un comandante vittorioso si montasse la testa, dall’altra paralizzava l’intero sistema militare perché era difficile mettere insieme dieci teste . Fortunatamente il polemarco Callimaco decise di ascoltare lo stratega più autorevole: Milziade. Questi ebbe l’idea di passare all’offensiva anziché attendere il nemico nelle mura della città, attaccandolo presso Maratona. Si passò alle votazioni sul progetto: 5 strateghi erano per il sì e gli altri 5 per il no e risolse tutto il voto favorevole di Callimaco. Così l’esercito ateniese, composto da 10-11000 uomini – compreso il contingente di Platea – si accamparono a Maratona sull’altura di AgrieliKi dominante la pianura da Sud nelle cui vicinanze sorgeva un tempio dedicato ad Eracle.

Il giorno della battaglia decisiva il comanda spettava ad Aristide, passa la mano insieme agli altri 8 colleghi.

Dopo due settimane è giunto il grande momento.

IL PASSATO DI MILZIADE

Ma vediamo ora chi era Milziade che fu una benedizione per sua la città , Atene, uno dei più grandi condottieri greci che determinò il predominio di Atene, dell’Occidente sull’Oriente.

Il 10 agosto del 490 AC , giorno in cui si crede avvenuta la battaglia di Maratona , Milziade aveva 50 anni e, per quei tempi, era addirittura un vecchio. Un vecchio di alta statura, con la folta barba e un naso “forte”.

Era nato a Demos, in Attica, nel 540 ed era figlio di Cimone della nobile famiglia dei Filaidi.

Lo zio di Milziade, che aveva stesso nome, era signore del Chersoneso tracico. Morto lo zio Milziade, gli era succeduto Stesagora fratello del vincitore di Maratona. La Famiglia nobile dei Filaidi erano molto amici con Pisistrato e i suoi successori : Milziade era amico stretto di Ippia, per cui venendo a mancare il fratello Stesagora, Ippia delegò nella Successione Milziade che aveva allora venti anni.

Giunto nel Chersoneso, Milziade commette un gesto quasi folle facendo arrestare dei maggiorenti locali che si erano recati da lui per rendergli omaggio per la morte del fratello.

Poi, continuò ad avere una pessima condotta, in quanto il Chersoneso era vicino alla Persia, decise di avere buoni rapporti col grande Re. Voci parlano di una probabile sottomissione.

Nel 513 AC prende parte a una spedizione contro gli sciti, comandando la flotta persiana risalendo per un breve tratto il Danubio.

Dopo la battaglia di Maratona, Milziade vedrà la sua immagine coperta di gloria e patriottismo.

Ma di fatto fece di più. Fu visto come uno che nei confronti di Dario faceva il doppio gioco: parteggiava per persiano per poi metterlo nei guai alla prima occasione.

Quando scoppia la rivolta di Mileto, Milziade prende decisioni contro l’impero persiano, ma quando Dario sconfigge la flotta ionica a Lade, decide di abbandonare il Chersoneso e tornare ad Atene.

Ad Atene la vita politica era influenzata da tempo dagli Alcmeonidi (da cui discenderanno Pericle e Alcibiade) con cui Milziade entrò in contrasto.

Milziade dovrà rispondere agli arconti sulla sua condotta nel Chersonevo accusato d’aver commesso crudeltà e abusi. Milziade alla fine esce assolto acquistando prestigio, mentre gli Alcmeonidi furono accusati per i ritardi sugli aiuti ad Aristagora., gli insuccessi della guerra su Egina….

Milziade, uomo maturo, abile in guerra ad Atene emerge su tutti.

Maratona: Atene è salva

Il piano della battaglia è semplice: attaccare con impeto il persiano costringendolo a reimbarcarsi.

Nelle battaglie combattute sino ad ora aveva importanza il numero degli armati – erano per lo più delle grandi risse – e non si parlava di manovra.

Il genio militare di Milziade è fondamentale perché introduce non solo il principio di manovra ma soprattutto stupisce i persiani per la tattica, ossia il ramo militare che studia come devono operare le varie unità sul campo di battaglia.

Il 10 agosto del 490, sotto il sole cocente, quasi contemporaneamente i due schieramenti s opposti si lanciavano all’attacco percorrendo una distanza di circa 150 metri. I persiani furono stupiti subito dalle due ali sinistra e destra che cercavano di circondarli.

Non appena accortisi della manovra a tenaglia praticata dagli ateniesi, i persiani cercarono di liberarsi, capendo di aver perso la battaglia , per raggiungere le navi evitando di essere tutti uccisi sulla pianura infuocata dal sole.

Per fare giungere la notizia della vittoria, fu mandato un oplite veloce di nome Filippide che dopo aver percorso 42,175 Km entrò in Atene e si presentò all’arconte Fenippo ed esclamò:” abbiamo vinto!” e cadde a terra morto: un infarto lo aveva fulminato.

Questa è l’origine della gara intitolata Maratona. 

BRUTTA FINE

Dopo Maratona, Milziade ebbe onori generali. Volle fare di più pensando di cacciare i persiani dalle isole Cicladi assediando Paro (il centro più importante delle Cicladi) : chiese ai cittadini per non sterminarli 100 talenti. Paro resisté e l’assedio fu tolto mentre Milziade ferito seriamente fu costretto a tornare ad Atene.

In patria,fu accusato molto probabilmente ingiustamente: pensando che avesse riscosso il riscatto da Paro fu alla fine condannato a pagare 50 talenti: non possedendoli fu imprigionato nonostante fosse ferito.

Moriva in prigione all’età di 51 anni nel 489 e i 50 talenti furono pagati dal figlio Cimone, dopo tanti sacrifici, affinché non rimanesse infangata la memoria paterna.

 

RIFLESSIONI:

Si nota che sin dalle sue prime origini, uno stato democratico, spesso è caratterizzato dalle lotte fra varie fazioni (nelle Polis greche scontri fra le varie famiglie influenti) e oggi fra le classi politiche ove tutto ciò che va bene per uno deve essere rifatto dall’altro: tutto questo non porta a nessun progresso se non a regresso, anarchia .