
Storia del costume: costumi romani al tempo della repubblica.
Tiberio Gracco, il più grande, aveva studiato da vicino le tristi condizioni degli agricoltori ed
esclamò: "Gli uccelli hanno il loro nido, le volpi le loro tane, ma il figlio dell'uomo non ha dove riparare il suo capo!"
Decise quindi di dedicare la sua vita per migliorare quella di quei disgraziati.
Eletto tribuno della plebe, propose una legge per la quale nessuno potesse possedere più di 500 iugeri (circa 125 ettari) di terreno
pubblico, quel terreno, che era di proprietà dello stato romano, conquistato dopo le varie guerre e poi dato in appalto ai vari privati
che avevano finito per considerarsi proprietari, o da loro usurpato in qualche modo. Le terre espropriate
dovevano essere distribuite ai poveri.
La legge fu approvata ma suscitò su Tiberio l'odio dei ricchi: essa comunque non poteva essere applicata. Infatti tra coloro che dovevano cedere i terreni,
vi erano molti Italici, appartenenti ai popoli alleati di Roma e la legge di Tiberio prevedeva che i terreni dovessero essere distribuiti ai cittadini Romani.
Questa legge in pratica danneggiava gli Italici e ne sguì una intensa lotta tra Tiberio e i suoi seguaci da una parte e del Senato e dei ricchi dall'altra.
Accadde che i latifondisti armarono i loro schiavi e clienti nel 133 a.C. e assalirono e truci- darono Tiberio con trecento suoi seguaci che cercavano di
difenderlo.
Dieci anni dopo, questo programma fu ripreso da Gaio Gracco, fratello del precedente, ansioso di potersi vendicare del senato e dei suoi avversari che avevano causato la morte del fratello.
Egli fece approvare una legge che elargiva dei terreni ai poveri e si alleò con i nuovi ricchi, detti cavalieri, facendo approvare una legge in favore di quest'ultimi limitando il potere del
senato; fondò colonie in Africa per gli agricoltori disoccupati. Si creò quindi un odio feroce tra l'aristocrazia e il popolo che si concluse con una carneficina in cui perse la vita lo stesso Gaio.
Viene da chiedersi come mai il popolo romano, a cui i Gracchi volevano fare del bene non intervenne? La risposta è semplice: Tiberio Gracco era sostenuto da contadini lontani dalla città e incapaci di dargli una mano;
Gaio Gracco si era garantito il favore della plebe romana e dei cavalieri con le sue elargizioni ma poi si inimicò entrambi col la proposta di garantire la cittadinanza romana a tutti gli Italici, per poter attuare la legge del fratello.
La plebe romana era orgogliosa di godere della cittadinanza romana rispetto ai ricchi Italici, mentre i cavalieri che miravano al senato non
volevano concorrenti.
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LA GUERRA SOCIALE
Le vicende dei Grachi avevano messo in evidenza il problema degli Italici che avevano combattuto le guerre con la città dominatrice, sostenendone il peso, ed ora volevano la piena cittadinanza romana per garantirsi la libertò di commercio e la parità nelle cause giuridiche.
La resistenza del senato e dei cavalieri, portò a una pericolosissima rivolta dei po poli Italici, la cosiddetta guerra sociale, ossia dei "soci" o alleati. Le città italiche si collegarono e scelsero una nuova capitale a Corfinio negli Abruzzi, battezzandola Italica, e, per un momento minacciarono la stessa Roma.
Quest'ultima si affrettò a cencedere la cittadinanza a tutti i popoli rimastigli fedeli e a prometterla a tutti coloro che desistessero dalla ribellione. In questo modo la lega si disgregò e nei due anni successivi fu repressa con energia da un giovane generale: Lucio cornelio Silla.
Con la concessione dell'intera cittadinanza ai popoli Italici, Roma non perse affatto il suo prestigio perchè si veniva a formare un vero stato romano con Roma per Capitale: in poche parole nasceva l'Italia Politica.
Facciamo un'analisi, della tragedia dei Gracchi, che fecero una brutta fine per cercare di migliorare la società romana, in virtù
dell'educazione ricevuta. Abbiamo visto come la società romana, sotto l'effetto di una prima forma di globalizzazione, aveva
subito delle modifiche sociali negative per una cattiva distribuzione delle ricchezze prodotte proprio dalle conquiste romane.
Questo mostra come, sia ieri che oggi, sia difficile nel tempo la corsa dell'Uomo lungo la strada della Ragione e del Progresso.
Oggi in effetti, più di ieri, la globalizzazione sta in effetti determinando la distruzione dell'intero pianeta per l'uso
indiscriminato delle risorse, per l'effetto dell'inquinamento di ogni forma e per l'incapacità della classe dirigente,
politica e manageriale, e la passività delle intere masse sociali, buone solo a lamentarsi inutilmente. A questo si aggiunge
la mancanza di ogni forma di valore, che porta a una società moderna pari a Sodoma e Gomorra di cui sappiamo la triste fine.
Mancano nuovi programmi di sviluppo, per garantire l'intero pianeta, una vita dignitosa ad uomo, indipendentemente dal sesso,
razza, nazionalità, pensiero e religione: ma con una classe dirigente completamente inetta e le masse idiote cosa puoi fare?
cosa si può sperare se non a un crollo climatico e alla bancarotta globale?
Secondo me in questo programma di sviluppo globale, di cui spegherò i dettagli in seguito, grande importanza hanno le Forze Armate del Genio
nel costruire e creare ricchezza soprattutto nelle aree depresse del pianeta per combattere i mali dell'Uomo: fame, miserie, malattie,....
Quindi, occorre un complesso piano di sviluppo globale, la volontà popolare, la trasparenza, i Doveri e Diritti dell'Uomo, la professionalità (ottenuta con
istruzione lavorativa low-cost), valori morali e sociali di base.
Senza quanto detto, e, tanto meno l'uso della forza che determina distruzioni e odio, come si è visto, si avrà in futuro una
società miserabile e senza futuro.
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