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Da Gaeta Pio IX rivolse un appello alle potenze cattoliche affinché intervenissero per ristabilire il governo pontificio. Ad esso risposero la Francia_ la Spagna, l'Austria e il Regno delle Due Sicilie. La Francia mirava, oltre che a restaurare il Papa sul suo trono, anche a metter piede in Italia con lo scopo di equilibrare l'influenza riacquistata dall'Austria sulla penisola. Luigi Napoleone, presidente della Repubblica francese, da parte sua voleva rendere un servigio al partito cattolico, che in Francia era molto numeroso,per averne l'appoggio il giorno in cui avesse tentato l'attuazione del colpo di Stato che aveva in niente, che prevedeva l'abbattimento della Repubblica e la restaurazione dell'Impero.
Il compito di difendere Roma fu assunto da Garibaldi. Intorno a lui si raccolsero da ogni parte d'Italia giovani risoluti a combattere e a morire per i loro ideali repubblicani, molti dei quali avevano già partecipato alle insurrezioni e alla guerra del 1848.
Il corpo di spedizione francese sbarcò a Civitavecchia il 25 aprile 1849. II generale Oudinot, che lo comandava, ebbe un primo scontro coi Garibaldini il 3o aprile sotto le mura della città, ma fu nettamente battuto a porta S. Pancrazio e dovette ritirarsi a Castelgandolfo. Ritornò all'attacco un mese dopo con nuovi rinforzi, e la lotta si svolse accanita sul Gianicolo, a Villa Panfili, a Villa dei Quattro Venti, a Villa Corsini, a Villa Spada, al Vascello. Negli ultimi giorni la battaglia divampò con epico furore, e numerosi patrioti sacrificarono la loro giovane vita " per chiudere con serenità il quarantotto... affinché il nostro esempio sia efficace ", come lasciò scritto il bergamasco Luciano Manara, morto per le ferite riportate combattendo a Villa Spada. Tra gli altri caduti ricordiamo: il varesino Enrico Dandolo e il milanese Emilio Morosini, che avevano già combattuto eroicamente insieme col \fanara nelle cinque Giornate di Milano, e il poeta genovese Goffredo Mameli, autore del famoso inno Fratelli d'Italia ", musicato dal maestro Michele Novaro, che oggi è l'inno officiale della Repubblica Italiana. II 3o giugno, dopo un ultimo disperato combattimento a Villa Spada, l'Assemblea Costituente, eletta con suffragio universale dal popolo romano, decise di risparmiare alla città maggiori distruzioni e di conservare alla patria la vita dei suoi gloriosi difensori, ed ordinò la cessazione di ogni resistenza. Tre giorni dopo l'esercito francese fece il suo ingresso in Roma (3 luglio 1849). Giuseppe Mazzini, dopo aver promulgato solennemente dal Campidoglio la Costituzione democratica votata dall'Assemblea Costituente, riprese la via dell'esilio.
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Sopra: stampa dell'epoca: Garibaldi alla difesa di Roma.
Sotto: Ugo Bassi di fronte al tribunale austriaco.
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