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  Giuseppe Pignatale  Presenta:
   Storia contemporanea:

LA DIFESA E CADUTA DELLA REPUBBLICA ROMANA.

La repubblica romana fu un grande esempio di aspirazione alla libertà anche se poi dovette cadere sotto la spinta di soverchianti forze ......

 
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Da Gaeta Pio IX rivolse un appello alle potenze cattoliche affinché intervenissero per ristabilire il governo pontificio. Ad esso risposero la Francia_ la Spagna, l'Austria e il Regno delle Due Sicilie. La Francia mirava, oltre che a restaurare il Papa sul suo trono, anche a metter piede in Italia con lo scopo di equilibrare l'influenza riacquistata dall'Austria sulla penisola. Luigi Napoleone, presidente della Repubblica francese, da parte sua voleva rendere un servigio al partito cattolico, che in Francia era molto numeroso,per averne l'appoggio il giorno in cui avesse tentato l'attuazione del colpo di Stato che aveva in niente, che prevedeva l'abbattimento della Repubblica e la restaurazione dell'Impero.
Il compito di difendere Roma fu assunto da Garibaldi. Intorno a lui si raccolsero da ogni parte d'Italia giovani risoluti a combattere e a morire per i loro ideali repubblicani, molti dei quali avevano già partecipato alle insurrezioni e alla guerra del 1848.
Il corpo di spedizione francese sbarcò a Civitavecchia il 25 aprile 1849. II generale Oudinot, che lo comandava, ebbe un primo scontro coi Garibaldini il 3o aprile sotto le mura della città, ma fu nettamente battuto a porta S. Pancrazio e dovette ritirarsi a Castelgandolfo. Ritornò all'attacco un mese dopo con nuovi rinforzi, e la lotta si svolse accanita sul Gianicolo, a Villa Panfili, a Villa dei Quattro Venti, a Villa Corsini, a Villa Spada, al Vascello. Negli ultimi giorni la battaglia divampò con epico furore, e numerosi patrioti sacrificarono la loro giovane vita " per chiudere con serenità il quarantotto... affinché il nostro esempio sia efficace ", come lasciò scritto il bergamasco Luciano Manara, morto per le ferite riportate combattendo a Villa Spada. Tra gli altri caduti ricordiamo: il varesino Enrico Dandolo e il milanese Emilio Morosini, che avevano già combattuto eroicamente insieme col \fanara nelle cinque Giornate di Milano, e il poeta genovese Goffredo Mameli, autore del famoso inno Fratelli d'Italia ", musicato dal maestro Michele Novaro, che oggi è l'inno officiale della Repubblica Italiana. II 3o giugno, dopo un ultimo disperato combattimento a Villa Spada, l'Assemblea Costituente, eletta con suffragio universale dal popolo romano, decise di risparmiare alla città maggiori distruzioni e di conservare alla patria la vita dei suoi gloriosi difensori, ed ordinò la cessazione di ogni resistenza. Tre giorni dopo l'esercito francese fece il suo ingresso in Roma (3 luglio 1849). Giuseppe Mazzini, dopo aver promulgato solennemente dal Campidoglio la Costituzione democratica votata dall'Assemblea Costituente, riprese la via dell'esilio.


Sopra: stampa dell'epoca: Garibaldi alla difesa di Roma.
Sotto: Ugo Bassi di fronte al tribunale austriaco.

Invece Garibaldi con circa tremila volontari decise di raggiungere Venezia, dove ancora si resisteva. La ritirata dei Garibaldini da Roma e la loro marcia attraverso il Lazio, la Toscana e la Romagna si svolsero in mezzo a mille pericoli. Il generale Oudinot mandò due colonne per inseguirli; i Borbonici, gli Spagnoli e gli Austriaci inutilmente tentarono di accerchiarli e di catturarli. Giunti al confine della Repubblica di S. Marino, Garibaldi fu costretto a sciogliere il suo piccolo esercito.
Quindi con la moglie Anita Ribeira, che egli aveva sposato in Brasile e che lo aveva sempre seguito nelle sue peregrinazioni e nelle sue hattiglie, e con circa duecento compagni che non avevano voluto separarsi dal loro condottiero, s'imbarcò, a Cesenatico diretto a Venezia. Ma, sorpreso da alcune navi austriache, dovette tornare a terra e si addentrò nella pineta di Ravenna, dove la moglie gli morì tra le braccia.
Allora con la guida del coraggioso sacerdote don Giovanni Verità attraversò l'Appennino tosco-emiliano e sulla costa tirrenica prese il mare, riparando nuovamente in America. Ritornò in Italia nel 1854 e si ritirò a vita privata nell'isola di Caprera in attesa di nuovi eventi della patria. Dei suoi compagni, alcuni caddero nelle mani degli Austriaci e vennero fucilati come banditi, perché l'Austria, non facendo essi parte di un esercito regolare, non li volle considerare come prigionieri di guerra. Tra i fucilati fu Ugo Bassi, sacerdote e patriota fervente.
A Roma venne restaurato il governo pontificio, sotto la stabile protezione delle armi francesi.



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Sotto: F.Fabbi. La morte di Anita Garibaldi - (Firenze. Museo del Risorgimento italiano)