a cura di
Giuseppe
Pignatale
 
LA CIVILTA' DELLA VALLE DELL'INDO.

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   Nel 2500 a.C. nella Valle dell'Indo sorsero 32 insediamenti fra città e villaggi che dettero luogo a una civiltà......



 Nel 1856, in Pakistan, William Brunton, ingegnere inglese, stava costruendo una strada
 ferrata e scorse vicino ad essa delle rovine di una città dimenticata da troppo tempo.
 Brunton utilizzò quei vecchi mattoni per fare una massicciata della ferrovia.

 Alcuni anni dopo giunsero lì degli archeologi e fu quindi possibile stabilre già dal 1920 che
  quelle rovine erano dell'antica città di Harappa, fondata da oltre 4500, e comunque si
 avevano notizie dei suoi abitanti e di genti simili, abitanti nell'altra capitale, Mohenjo-Daro,
 565 chilometri a sud del fiume Indo. Queste due capitali facevano da punto di riferimento
 a una 40 di villaggi e cittadine i cui abitanti utilizzavano le stesse unità di misura, su siste-
 ma basato sul numero 16, e poi costruivano case con mattoni dello stesso tipo asciugati a
 fuoco anzichè al sole. Questo lascia pensare a quel tempo avevano a disposizione di molto
 legname per alimentare le fornaci e quindi la vegetazione era molto rigogliosa. Le città della
 Valle dell'Indo si svilupparono grazie all'industria e al commercio rese possibili dall'abbon-
 danza degli alimenti
. Gli agricoltori della Valle Indo coltivavano il frumento per il pane,
 orzo, piselli, e il cotone che poi tessevano e dipingevano con colori vivaci.
 Come i Sumeri anche qui allevavano animali per il latte, la carne e lana e per impiego da
 soma: le pecore fornivano la lana per gli indumenti, mentre dai maiali, pecore, capre e
 bovini, i contadini ottenevano latte e carne, e poi zebù, elefanti, bufali d'acqua, asini
 e cammelli erano usate come bestie da soma. I contadini usavano carri trainati da buoi per
 portare le loro messi in città per poi commerciarli con i prodotti fabbricati da artigiani che
 lavaravano i metalli e le pietre preziose.

 Gli artigiani,lavorando il rame e il bronzo, ottenevano rasoi, asce e ami; poi forgiavano sta-
 tuette e carri con baldacchino. Poi utilizzando oro, argento,lapislazzuli, ametista e agata,
 gioiellieri e mastriferrai costruivano vasi, braccialetti, corone e collane.
 Molto importante era il commercio navale, con barche a vela o a remi, grazie al quale si
 procuravano il rame dal Golfo Persico, mentre a terra carovane di asini e cammelli si
 spingessero a ovest fino al Belucistan per il bitume e la steatite, a nord in Afganistan per
 l'argento e a est fino al Ragiaputana per il piombo. Sigilli di steatite di commercianti della
 Valle dell'Indo furono trovati da archeologi anche nel territorio di Sumer. Un così vasto
 commercio significa l'impiego di numerosi mercanti, grandi carovane e regolari vie di
 commercio. Ora accadeva che in parte i profitti del commercio ritornavano ad Harappa
 e Mohenjo-Daro, i cui abitanti essendo molto vicini a fiumi erano costretti, per contrastare
 gli alluvioni, a costruire baluardi di fango e argini. Le due principali città della Valle del-
 l'Indo erano state progettate allo stesso modo: le strade principali erano larghe fino a 9
 metri a cui seguivano angusti vicoli così da formare in totale un quadrato il cui asse era
 circa di un chilometro e mezzo. In entrambe le città i governanti crearono un sistema di


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 Sopra: Scavi della città di Mohenjo-Daro: notare i mattoni tutti dello stesso tipo.
 Sotto: planimetria degli scavi.


 
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 A destra: La Valle dell'Indo, il luogo ove nel 2500 a.C.
 fiorirono 32 insediamenti tra città e villaggi.
 
 canali di scolo di gran lunga superiore a qualsiasi altra civiltà antica: gli scoli che uscivano
 da ogni casa si scaricavano in canali più grandi che correvano sotto delle strade e che al-
 la fine giungevano a enormi pozzi neri. Molte case avevano stanze da bagno.

 Nella Valle dell'Indo le città prosperarono per molti secoli. Poi dopo il 2000 a.C. la Valle
 dell'Indo fu invasa da popoli d'altra razza (Arii), che provenivano da Nord-Ovest, su carri
 trainati da cavalli che scoccando frecce in metallo, saccheggiarono e distrussero tutto
 fino a che la loro cultura scomparve definitivamente verso il 1200 a.C..