Giuseppe Pignatale
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Il Trionfo degli uomini di Buona Volontà.
 


    
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La civiltà dell'antico Egitto fu tra le prime a sorgere favorita dal Nilo che con le sue piene rendeva fertile i terreni......


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LE ORIGINI DELLA CIVILTA' EGIZIA.


Il Sahara, il più grande deserto della Terra, è’ una gabbia rovente di sabbia e rocce, dove le forme di vita biologica sono assai rade e si concentrano nelle oasi, grandi macchie di verde intenso che rompono la monotonia di un paesaggio color giallo-ocra o ferrigno.
Non è stato sempre così. Infatti, più volte, nella Preistoria, il Sahara era un’immensa savana, frequentemente irrigata dalla pioggia, ricca di sorgenti, di fiumi e di laghi, e abitata da innume- revoli uomini e donne, e specie di animali: ogni volta la nascita e la morte del Sahara Verde sono dipesi egualmente dai movimenti del "pendolo climatico".
Il paesaggio cambiando in senso iperarido ha determinato l’indurimento delle condizioni di vita e, la conseguenza fu che le popolazioni umane abbandonarono l’altopiano sahariano cercando ai bordi di questo un’ambiente più favorevole. A popolare il Sahara sono così rimasti solo alcuni animali come le lucertole e gli orici, i serpenti e gli scorpioni.
Dagli studi effettuati, gli archeologi hanno dimostrato che fra 12.000 e 5.300 anni fa c’erano nel Sahara villaggi di capanne o di case costruite abitati da gruppi sociali di piccole dimensioni, che vivevano di caccia, pesca, raccolta di vegetali e molluschi, e di agricoltura e di allevamento. Quegli uomini e donne hanno lasciato testimonianza della loro presenza perchè incidevano sulle rocce e poi colorando motivi geometrici, figure singole o intere scene. Tra i complessi di graffiti e pitture che assumono rilievo a tale proposito, vanno ricordati quelli del Tassiili-n-Ajjjer (Algeria) e del Tadrart Akakus (Libia), che sono vere e proprie gallerie di arte rupestre. Sono state rinvenute anche nel Sud del Deserto Occidentale egiziano incisioni su roccia, in una zona costellata di depressioni, che denotano la presenza di antichi laghi disseccati (“playa”). I ritrovamenti d’interesse archeologico, testimoniano l’esistenza di popolazioni di cultura epipaleolitica o neolitica, una delle quali è conosciuta come il Popolo di Nabta Playa. Il Popolo di Nabta Playa viveva allevando bestiame (caprini e ovini, ma specialmente una razza bovina dalle grandi corna lunate), praticava il culto del toro, costruiva architetture megalitiche, s’intendeva di astronomia, forse costituiva l’elemento umano di uno degli Stati più antichi. Lo spostamento verso Nord-Ovest del monsone dell’Africa centrale, 5.300 anni fa circa, introdusse una nuova fase di inaridimento e di desertificazione del Sahara, costringendo il Popolo di Nabta Playa ad emigrare verso l’Alto Egitto, a Nord della Prima Cataratta; lì si mescolò con gli indigeni e, attraverso il tempo, contribuì assieme a loro a formare il Popolo Egizio e la Civiltà.

Fu probabilmente il Popolo di Nabta Playa ad introdurre nella Valle del Nilo l’uso delle costruzioni in pietra orientate con i pianeti e le stelle, e l’allevamento del bestiame bovino, con possibili implicazioni nella sfera della spiritualità e del rituale.

Queste innovazioni possono avere stimolato lo sviluppo dell’economia, della tecnologia e della complessità sociale, e possono avere impresso all’evoluzione della Civiltà Egizia quel cambio di marcia che emerge al passaggio dalla II alla III dinastia ed è specialmente documentato dal complesso della piramide di Djoser a Saqqara.


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A destra: il cerchio rosso indica la posizione del sito di Nabta Playa.