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PERCORSO

Presto papa Francesco, nonostante i suoi acciacchi legati all'etò, si recherà in Republica democratica del  Congo e nel Sud del Sudan accompagnato dall’arcivescovo di Canterbury e dal moderatore dell’assemblea generale della Chiesa di Scozia- avvicinamento delle Chiese Cristiane. £1 gennaio 2023 - 5 febbraio 2023.

La Messa del Papa per la Comunità congolese di Roma (7 luglio 2022)

L’invito di Francesco a Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan era stato quello a non perdere “la fiducia “ e a nutrire “la speranza” che un incontro ci sarebbe stato, appena le condizioni lo avrebbero permesso. Era il 2 luglio 2022, il giorno in cui il Papa sarebbe dovuto partire, fino al 7 luglio, “per un pellegrinaggio di pace e riconciliazione” in quelle terre, poi rimandato per consentire alle terapie al ginocchio al quale il Papa si stava sottoponendo in quel momento. “Non lasciatevi rubare la speranza!”, chiese allora Francesco in un videomessaggio a quelle popolazioni, nel quale esprimeva il suo rammarico “per essere stato costretto a rinviare questa visita tanto desiderata e attesa”. Occorre aprire strade nuove”, di riconciliazione, perdono, serena convivenza e sviluppo. E in quelle terre il Papa aveva inviato il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, a "preparare la strada".

Il momento ora è arrivato e oggi è stata annunciata ufficialmente la visita che Francesco farà in Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan. Ad annunciarlo è la Sala Stampa della Santa Sede che ha reso noti anche il programma del viaggio e il logo e le diverse tappe..

Il Papa partirà il 31 gennaio 2023, sarà alla volta della capitale della Repubblica Democratica del Congo, Kinshasa, dove il Papa, già all’arrivo, vedrà il presidente della Repubblica Félix Tshisekedi, per poi incontrare le autorità, la società civile e il corpo diplomatico. Il giorno successivo, il 1° febbraio, al mattino celebrerà una Messa all’aeroporto della città “Ndolo”, mentre al pomeriggio, in Nunziatura, vi saranno due incontri: il primo con con le vittime dell’Est del Paese, il secondo con i rappresentanti di alcune opere caritative. Il giorno successivo, il 2 febbraio, Francesco avrà tre appuntamenti, due pubblici, quello con i giovani e con i catechisti e poi quello di preghiera con i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate e i  seminaristi e poi uno privato, con i membri della Compagnia di Gesù. 

Il 3 febbraio Papa Francesco partirà alla volta della capitale del Sud Sudan, Giuba. Al suo fianco, in questo pellegrinaggio ecumenico di pace, ci saranno l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e il moderatore dell’assemblea generale della Chiesa di Scozia, Iain Greenshields. Prima di lasciare la Repubblica Democratica del Congo, con la cerimonia di congedo all’aeroporto di Kinshasa, avrà un incontro con i vescovi presso la sede della Cenco, la Conferenza episcopale del Paese. A Giuba, dopo la cerimonia di benvenuto vi sarà la visita di cortesia al presidente della Repubblica, Salva Kiir Mayardit, presso il Palazzo presidenziale, alla quale seguirà l’incontro con i vicepresidenti della Repubblica e quello con le autorità la società civile ed il corpo diplomatico.

Il giorno successivo il Papa sarà impegnato nell’appuntamento con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate e i seminaristi, al quale seguiranno l’incontro privato con i membri della Compagnia di Gesù, l’incontro pubblico con gli sfollati interni e una preghiera ecumenica nel mausoleo “John. Garang”, il memoriale dedicato al compianto leader del Sudan People’s Liberation Movement/Army e primo vice presidente del Sudan dopo gli accordi di pace. Il 5 febbraio, giorno della partenza, prima della cerimonia di congedo e del rientro in Vaticano, Francesco celebrerà una Messa sempre presso il mausoleo John Garang.

Ci si Augura che si sono presi i dovuti provvedimenti di sicurezza:  non dimentichiamo che in Congo c'è stato l'attentato dell'Ambasiatore Attanasio e del carabiniere di scorta..

Come dicva il Manzoni, ci auguriamo che la Divina Provvidenza intervenga in favore di quelle regioni martoriate per dare alle popolazione martoriate da decenni una vita più dignitosa con l'applicazione del nuovo colonialismo globale..Ci auguriamo che in futuro non ci siano più genocidi come quello nel Ruanda e le violenze nel sud Sudan effettuate da arabi su popolazioni di colore di reigione animiste.

 

 

Giuseppe

divulgatore culturale 

 

 

 

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