Giuseppe Pignatale
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   I MARTIRI DI OTRANTO
Maometto II, nell'espandere l'impero turco, mirò ad occidente su Otranto e questa operazione militare determinò la morte di oltre 1700 persone che rifiutarono la conversione all'Islam. Uno dei tanti esempi di guerra religiosa causa di lutti e sofferenze tutt'oggi.....
 
 
 APPROFONDIMENTI

Il Rinascimento: generalità.
1453: Caduta di Costantinopoli.
Il 14 agosto Gedik Ahmet Pascià fece legare i superstiti e li fece trascinare sul vicino colle della Minerva, dove ne fece decapitare almeno 800, costrin- gendo i parenti ad assistere alle esecuzioni. Il primo a essere decapitato fu Antonio Primaldo. La tradizione tramanda che il suo corpo, dopo la decapitazione, restò ritto in piedi, a dispetto degli sforzi dei carnefici per abbatterlo, sin quando l'ultimo degli Otrantini non fu martiriz- zato.
 

I Martiri di Otranto.
I Santi Antonio Primaldo e compagni martiri, conosciuti anche semplicemente come Martiri di Otranto, sono gli 813 abitanti della città salentina di Otranto uccisi il 14 agosto 1480 dai Turchi guidati da Gedik Ahmet Pascià, per aver rifiutato la conversione all'Islam dopo la caduta della loro città. Sono stati canonizzati il 12 maggio 2013 da papa Francesco; erano stati dichiarati beati il 14 dicembre 1771 da papa Clemente XIV.

Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto.
La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini.
Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello.
Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città.
Vani furono i primi tentativi di riconquista, organizzati tra agosto e ottobre del 1480 da Re Ferdinando di Napoli, che richiamò alla guerra il figlio Alfonso d'Aragona e fece una flotta con l'aiuto del cugino (Ferdinando il Cattolico) e del Regno di Sicilia. Dopo tredici mesi Otranto venne riconquistata dagli Aragonesi, guidati da Alfonso d'Aragona, figlio del Re di Napoli.

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 Reliquie dei Martiri di Otranto conservate  nella Cattedrale della Città.
 Sotto: castello di Otranto.