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Archeostoria: Rinascimento:
Martin Lutero e la Riforma.
Rivedendo i fatti avvenuti nel XVI secolo, pieno Rinascimento italiano, dove, in particolare, la religione era impiegata per opprimere gli animi, basti
pensare alla vicenda dell'assalto ai forni del pane riportata nei "Promessi sposi" di Manzoni, e mentre il popolo versa nella miseria, il Papato e il
clero vivevano nel fasto; oggi qualcosa è cambiato basti pensare alle affermazioni di papa Francesco: "Vorrei una Chiesa povera" ma la corruzione sembra ancora elevata....
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| APPROFONDIMENTI |
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Primi spiriti ribelli in Inghilterra e Boemia.
Durante il XVI secolo in Germania era avvenuto un fatto importante, un monaco tedesco, senza essere particolarmente proposto,
trascinato dalla forza degli avvenimenti, iniziava un movimento religioso che avrebbe staccato dalla Chiesa di Roma una buona parte della cristianità.
In Inghilterra, già nel trecento, era apparsa una tendenza alla ribellione: si criticavano gli apparati del papato, il suo fasto, i suoi interessi politici e di
conseguenza si giunse a criticare i dogmi di fede ed alcuni sacramenti: questo atteggiamento fu anche favorito dalla peste bubbonica scoppiata nel 1348 che colpì mortalmente
anche gli uomini di
fede suscitando incredulità nei fedeli che si chiedevano come potesse Dio colpire così duramente i suoi "servitori" di culto.
Il teologo inglese Giovanni Wiclif (pr. uìclif), aveva affermato che il papa non poteva essere considerato capo assoluto della cristianità, aveva negato il culto dei Santi,
e in parte quello della Vergine, aveva poi dato un valore secondario all'Eucarestia. Più Tardi in Boemia, un sacerdote, Giovanni Huss, aveva ripreso quelle teorie finendo
però sul rogo.
Papi umanisti.
Durante il Quattrocento anche la Chiesa aveva accolto in parte la mentalità umanista, molti papi erano appassionati di cultura latina e avevano chiamato da ogni parte d'Italia pittori e scultori per abbellire le chiese romane.
Tutto questo provocò la disapprovazione del severo spirito germanico, che era distante dai valori del Rinascimento che vedeva più ispirati dal diavolo e non da Dio.
Durante il Medioevo, poi, gli dei pagani erano considerati esseri infernali e la domanda giungeva spontanea: "come possono i papi accogliere una produzione artistica che si ispira alla paganità e servisse ad abbellire i templi cristiani?
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Martin Lutero (Eisleben, 10 novembre 1483 – Eisleben, 18 febbraio 1546)
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Le critiche divennero più aspre sotto il papa umanista Leone X che impiegò ingenti somme per abbellire gli edifici sacri di Roma: in particolare questo papa
voleva portare a termine la basilica di
S. Pietro, opera imponente, capolavoro del Rinascimento cristiano e allo scopo gli servivano grandi somme di denaro. Per raggiungere
questo scopo, seguì il vecchio uso della Chiesa, organizzando una grande vendita di indulgenze.
L'indulgenza è una remissione della pena per i peccati già commessi che la Chiesa concede in compenso di preghiere, penitenze,opere buone ed elargizioni.
In poche parole colui che ottiene un'indulgenza recitando determinate preghiere, compiendo determinate penitenze ed opere buone o versando somme per scopi pii, starà
di meno in purgatorio. Durante il medioevo la vendita delle indulgenze avvenne senza che nessuno avesse nulla da dire: se qualcuno è disposto a versare denaro per garantirsi
prima la salvezza, vuol dire che era pieno di fede e di buona volontà e ama meno il denaro favorendo la salvezza della sua anima. Ora accadde che nel Rinascimento le paasioni
divennero forti e contrastanti: da un lato c'erano negli animi un reale spirito religioso, e, dall'altro si accentuavano gli istinti violenti, le avididità irrefrenabile,
le grandi ambizioni venendo subito a un compromesso. Ben presto si pensò che con buon acquisto di indulgenze si potesse mettere al sicuro dalle conseguenze di una colpa e di
ogni delitto e prima di commetterli si faceva la somma di quanto venisse a costare la salvezza della propria anima: se l'affare conveniva si procedeva in conseguenza.
Ora accadde che Leone X, preso dallo sforzo mastodontico, concesse un vero proprio appalto delle indulgenze all'arcivescovo di Magonza che a sua volta si accordò con una grande banca suscitando in Germania grande sdegno.
Sopra: Leone X. - Raffaello |
Comparve allora un monaco agostiniano, Martin Lutero, molto sveglio, figlio di contadini: un uomo di cuore ardente, pieno d'impeto e vitalità. Da vero uomo dei campi, vedeva le cose in modo
semplice e pratico ed era molto tenace belle sue idee andando dritto allo scopo. Durante un viaggio a Roma, Lutero, notò l'elevata mondanità della corte papale, essa era più fastosa di quella
degli imperatore e iniziò a meditare a come portare la Chiesa alla sua purezza originaria.
Dopo un periodo di meditazione concluse che per salvare l'anima era necessaria la fede e non le opere esterne, le elemosine, i pellegrinaggi e le penitenze.
Nel 1517, Lutero affisse sul portone della chiesa degli Agostiniani, a Wittemberg, un
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grande programma su cui aveva scritto 95
tesi, affermazioni, che erano in netto
contrasto con la chiesa di Roma, sfidando chiunque a mostrare la falsità. Non bisogna pensare però che le 95 tesi fossero eresie e che Lutero volesse mettersi in lotta con
la Chiesa: tutt'altro. Questo monaco dalla testa quadrata non immaginava però di creare il subbuglio che ne seguirà: il popolo tedesco però era pronto a una ribellione verso la Chiesa di Roma: le tesi luterane si affermarono e non
si procedette su Lutero come si era fatto con lo sventurato Huss.
All'inizio si tentò inutilmente di fare ritrattare le sue tesi: egli le sostenne con forza affermando di essere nella più pura tradizione cattolica e di volerci
restare e ben presto si trovò a centro di un movimento antipapale che aveva trovato il lui la sua voce e ne fu travolto.
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A questo punto si mise in lotta aperta con la Chiesa: affermando che il papa non aveva alcun diritto di considerarsi capo della cristianità e che l'unica guida del cristiano dovesse essere la Bibbia letta e interpretata secondo le coscienze dei fedeli e che i sacramenti non hanno alcun valore a eccezione del Battesimo e dell'Eucarestia.
A questo punto il papa e l'imperatore erano impensieriti: se il popolo seguiva Lutero anche i principi avrebbero fatto lo stesso annullando il valore del Sacro Romano
Impero.
Si tentò un accordo a Worms dove però Lutero comparve munito di salvacondotto datogli dal principe di Sassonia, suo protettore: fu irremovibile. Fu messo al bando
dell'impero ma nessuno osò arrestarlo, sia perché protetto dal salvacondotto sia perché era diventato molto popolare.
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A sinistra: Lutero a Worms.
Sotto: Lutero brucia la bolla papale.
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Il principe di Sassonia, lo fece mettere al sicuro in un suo castello, dove Lutero tradusse la Bibbia dal latino in tedesco affinché in Germania leggessero direttamente
i testi sacri.
Il moto, nel frattempo, progrediva e si propagava come un incendio, indipendentemente dal suo fondatore favorita dall'invenzione della stampa: in tutta la Germania circolavano opuscoli, che si avventavano con ferocia contro i papi e l'organizzazione cattolica ed infine vignette satiriche
mettevano in ridicolo la figura del pontefice.
Il risultato fu che nelle campagne scoppiò una rivolta di contadini che si volse contro la feudalità ecclesiastica, contro i ricchi conventi e contro i signori feudali in
genere. La sommossa ispirata più che dalla miseria che da motivi religiosi fu sedata nel sangue: morirono più di 100.000 contadini.
Nel frattempo saliva al trono pontificio Clemente VII che si metteva contro l'imperatore Carlo V: quest'ultimo gli rispose concedendo ai luterani di esercitare i loro culti fino a che non si fosse giunti a una conclusione definitiva.
C'è stato un momento che Carlo V stava per passare al luteranesimo rovesciando il papato e mettendosi lui stesso a capo di una grande rivoluzione religiosa ma si rese subito conto che sarebbe finito in balia dei principi tedeschi perdendo l'appoggio del papato che era sempre stato utile agli imperatori.
Fece quindi un passo indietro riavvicinandosi al papato e fece restituire i beni tolti agli ecclesiastici.
Questa decisione presa da Carlo V provocò una dura reazione dei principi luterani che protestarono solennemente contro i voleri dell'imperatore: da qui il nome di "protestanti"
che poi si sarebbe estesa a tutti coloro che si sarebbero staccati dal cattolicesimo in nome di principi riformatori.
Una riconciliazione fu vana: l'imperatore che era stato incoronato a Bologna, si avvicinò di più al papa anche a causa di una crisi religiosa, si mise contro i principi
protestanti che si collegarono contro di lui. Per evitare la guerra civile, Carlo V fu costretto a concedere provissioramente la libertà di culto.
Nel 1555 si giunse alla pace di Augusta con la quale si concedeva ai principi tedeschi la libertà di aderire o meno alla nuova religione: il popolo invece poteva aderire
al protestantesimo solo negli stati governati da principi protestanti e nelle città libere che avessero aderito alla protesta.
Questa conclusione non è felice perché il popolo era costretto a seguire la religione praticata dai suoi principi: non c'era libertà di religione per i singoli cittadini che
nel passare da uno stato cattolico a uno protestante era costretto a cambiare religione e la conseguenza fu che i tempi successivi furono molti inquieti.
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