Giuseppe Pignatale
 Presenta:

IL TRIONFO DEGLI UOMINI
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   Storia medioevale francese:
 La Guerra dei 100 anni.
Questa guerra intestina, che durò 100 anni - salvo alcune interruzioni - portò alla nascita dello stato francese. In pratica grazie a questa guerra ed ad altre, come la lotta contro i Mori in Spagna, la guerra delle due Rose in Inghilterra, nacquero grandi stati europei come la Francia, la Spagna, l'Inghilterra, mentre in Italia, nessun stato fu in grado di assorbire gli altri, forse anche a causa della presenza dello stato pontificio, per cui l'Italia presto fece "gola" a stati potenti.....

 
   APPROFONDIMENTI.


 La Francia nel 1330
  Territori inglesi nel 1330 - arancione;
  Regno di Francia - in chiaro;
  Domini plantageneti nel 1180 - azzurro.
Schieramenti.
 
 Inghilterra
   Francia
 
 Borgogna    Castiglia
 
 Bretagna
   Scozia
 
 Portogallo
   Genova
   Navarra
   Maiorca
   Fiandre
   Aragona
    Hainaut
   Boemia
   Aquitania
   
   Lussemburgo
   
 Sopra: parentele tra i Re di Francia, d'Inghilterra e di Navarra.
   

Con guerra dei cent'anni si definisce uno tra i vari conflitti intercorsi a partire dall'XI secolo tra il Regno d'Inghilterra e il Regno di Francia che durò, non continuativamente, 116 anni, dal 1337 al 1453, e si concluse con l'espulsione degli inglesi da tutti i territori continentali fatta eccezione per la cittadina di Calais conquistata dai francesi solo nel 1558.

Nel processo di formazione dello Stato unitario francese, già avviatosi sotto i primi re Capetingi, rappresentò una lunga pausa ma alla sua conclusione la Francia aveva sostanzialmente raggiunto l'assetto geopolitico moderno.

Il conflitto fu costellato da tregue più o meno brevi e interrotto da due periodi di vera e propria pace della durata rispettivamente di 9 e 26 anni che lo dividono così in tre fasi principali: la guerra edoardiana (1337-1360), la guerra carolina (1369-1389) e la guerra dei Lancaster (1415-1429), alle quali deve essere aggiunta la fase conclusiva della guerra (1429-1453). Tale suddivisione è tipica della storiografia anglosassone, mentre altre periodizzazioni prevedono una prima (1337-1389) ed una seconda fase (1415-1453).


Sopra: arco lungo inglese e a destra Bombarda del XV secolo.
La polvere da sparo è un'invenzione attribuita ai Cinesi e la sua prima menzione appare su un testo del 1044. Questa miscela fu presto utilizzata per lanciare proiettili infilati in lunghe canne di

bambù o di legno. La prima formula europea per la produzione di questo esplosivo fu scritta nel 1267 da Ruggero Bacone.

Dal punto di vista militare in questo periodo vennero introdotte nuove armi e nuove tattiche che segnarono la fine degli eserciti organizzati su base feudale e incentrati sulla forza d'urto della cavalleria pesante. Sui campi dell'Europa occidentale videro la luce gli eserciti professionali, scomparsi dai tempi dell'Impero romano. Si trattò, ancora, del primo conflitto in cui si impiegarono in Europa le armi da fuoco, in particolare le bombarde, utilizzate per la prima volta ad opera degli inglesi nel corso della battaglia di Crécy. La straordinaria importanza della guerra dei cent'anni, per quanto attiene la storia dell'Europa nel suo complesso, è evidenziata dal fatto che la sua fine (1453, anno che vide pure la caduta di Costantinopoli) è una delle date convenzionalmente poste dalla storiografia moderna a conclusione del Medioevo europeo.

Il contesto storico
Variegati, e spesso conflittuali, erano stati i rapporti tra Francia ed Inghilterra nei secoli precedenti, sin da quando Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia e quindi vassallo del re di Francia, era asceso al trono inglese; il matrimonio tra Enrico II d'Inghilterra ed Eleonora d'Aquitania aveva poi portato alla Corona inglese l'Aquitania e la Guienna, mettendo così in mano ai sovrani d'oltremanica, in qualità di feudatari, vasta parte del territorio francese. Lo stridente legame tra i vassalli inglesi e i re francesi sfociò in aperto conflitto quando Giovanni Senza Terra si schierò col nipote Ottone IV per la successione ad Enrico VI di Svevia mentre Filippo Augusto, impegnato nell'unificazione monarchica del territorio francese, appoggiava Federico II: con la vittoriosa battaglia di Bouvines ed il successivo trattato di Chinon la Francia si riannetteva i possedimenti a nord della Loira (Berry, Turenna Maine e Angiò) mentre l'Inghilterra conservava in Francia solo l'Aquitania e il Ponthieu. Dopo un breve periodo in cui le parti si capovolsero, ed un sovrano francese (Luigi VIII di Francia, nel 1216-1217) sedette sul trono d'Inghilterra, i successori di Filippo Augusto portarono avanti la politica di riunificazione territoriale, sia con le alleanze e i matrimoni, sia con le armi. Il trattato di Parigi del 1259 complicò ulteriormente la situazione: con vari aggiustamenti territoriali, se pure pose temporanea fine ad un periodo di lotte durato oltre ottant'anni, ribadì il ruolo di feudo dei possedimenti inglesi in Francia lasciando inalterate le ragioni di conflittualità fra le due potenze.

Situazione in Francia.
Nel 1284 il re Filippo IV il Bello continuò la politica unitarista intrapresa dal suo predecessore accorpando alla corona anche il Regno di Navarra collocato nei Pirenei. Nello stesso anno il matrimonio con Giovanna I di Navarra portò alla Corona i territori di Champagne e Brie adiacenti all'Île-de-France. Con l'ascesa al trono di Filippo IV gli inglesi iniziarono a preoccuparsi delle influenze esercitate da Filippo nei confronti della regione delle Fiandre, da sempre una riserva commerciale per i sovrani inglesi che di fatto ne avevano il controllo e vi esportavano ingenti quantitativi di lane grezze prodotte in patria. Nel 1302 nella battaglia di Courtrai (cittadina situata nelle Fiandre Occidentali), in cui i francesi si trovarono di fronte le milizie delle città fiamminghe insorte contro il dominio di Filippo IV, si assistette alla prima grande sconfitta della cavalleria feudale, determinata in gran parte dall'inadeguatezza delle tecniche di guerra. Filippo continuò il suo progetto unitarista annettendo al Regno di Francia tutti i territori papali e confiscando i beni delle abbazie, il che determinò la successiva ostilità di papa Bonifacio VIII; cercò di annettere al suo Regno anche i feudi inglesi presenti sul territorio francese ma da questo azzardato tentativo derivò una rivalità di lunga durata che sfociò nella guerra dei cent'anni.

Edoardo I d'Inghilterra
L'Inghilterra, a differenza della Francia, nacque già nel 1066 come stato unitario in cui tutte le terre erano sotto il controllo del re ed il potere dei vassalli era relativamente debole. Tale unità politica permise ai monarchi inglesi di dedicarsi ad azioni di conquista su larga scala all'estero e di ampliare quindi notevolmente i propri possedimenti al di fuori dei confini originari del regno. Nel 1152 Enrico II sposò Eleonora d'Aquitania ottenendo in dote l'immenso feudo francese mentre sul fronte interno tentò di rafforzare il proprio controllo sulla Chiesa non facendosi scrupolo di assassinare Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury, colpevole di aver ostacolato il suo ridimensionamento dei privilegi ecclesiastici (1170).

 Edoardo I d'Inghilterra.
Il figlio di Enrico II, Giovanni senza terra, invece combatté in Normandia per difendere i possedimenti inglesi dalle mire di Filippo Augusto ma fu sconfitto; di fronte al malcontento dei nobili fu costretto a cedere notevoli poteri al Parlamento emanando la Magna Charta (1215).
Nei cinquant'anni precedenti lo scoppio della guerra dei cent'anni Edoardo I intraprese campagne di conquista in Galles ed in Scozia, sottomettendoli. Gli scozzesi, tuttavia, guidati da William Wallace e da Robert Bruce si ribellarono e sconfissero le truppe di Edoardo II nella battaglia di Bannockburn (1314). Il Galles, invece, grazie ad un'opera massiccia di fortificazioni fu mantenuto saldamente in mano inglese. Queste due guerre contribuirono a formare quegli arcieri che permisero all'Inghilterra di dominare i campi di battaglia nella prima fase della guerra dei cent'anni.
Dal punto di vista istituzionale l'autorità del re d'Inghilterra era più debole e nello stesso tempo più forte di quella del re di Francia. La debolezza risiedeva nei forti poteri del parlamento (tra i quali era anche presente il diritto di veto su qualsiasi imposizione fiscale) mentre la forza era dovuta alla rete capillare di funzionari regi, detti sceriffi, che controllavano il territorio. Il peso della nobiltà nell'esercito, inoltre, era relativamente basso poiché si preferiva che i feudatari inviassero al sovrano contributi in denaro piuttosto che contingenti di cavalieri.

Cause della guerra
Filippo il Bello morì nel 1314. La corona fu ereditata da Luigi X, figlio primogenito, che regnò neppure due anni: dopo la morte di questi salì al trono suo figlio Giovanni I, neonato, sotto la reggenza dello zio Filippo V. Il regno del sovrano bambino finì cinque giorni dopo, avvolto nel mistero della sua morte. A lui succedette lo stesso zio Filippo V che secondo alcuni avrebbe ucciso il piccolo Giovanni I o lo avrebbe scambiato con un neonato morto. Alla morte di Filippo V (1322), non avendo eredi maschi secondo la legge salica (ormai in disuso ma da lui stesso invocata ad arte per usurpare il trono di Francia a Giovanna II di Navarra, figlia di Luigi X), gli succedette il fratello minore Carlo IV che regnò per un breve periodo (1322-1328) e con lui si estinse la dinastia capetingia.

Parentele tra i Re di Francia, d'Inghilterra e di Navarra
Il trono francese si trovò così ad essere conteso tra due pretendenti, entrambi nipoti di Filippo IV: Filippo di Valois, figlio di Carlo di Valois, ed il re d'Inghilterra Edoardo III, figlio di Isabella di Francia. Grazie al sostegno dei grandi feudatari di Francia Filippo poté cingere la corona e inaugurare la dinastia dei Valois. Ma Edoardo III non si arrese, si proclamò legittimo successore al trono francese e dichiarò la guerra.
Oltre alla causa principale, quella dinastica, gli storici ne hanno individuate altre: sicuramente la conquista francese delle Fiandre, territorio legato commercialmente all'Inghilterra, contribuì non poco allo scoppio della guerra, soprattutto quando gli inglesi finanziarono apertamente la rivolta che nelle Fiandre era divampata contro i francesi. A ciò si aggiunga la confisca da parte di Filippo VI dei feudi della Francia settentrionale che erano proprietà dei sovrani inglesi da secoli, sin dai tempi del normanno Guglielmo I d'Inghilterra. Non trascurabile appare poi il ruolo ricoperto da Roberto III d'Artois, cognato di Filippo VI e grandemente impegnatosi nel favorirne l'ascesa al trono, che cadde in disgrazia quando venne accusato di essersi impadronito con la frode (e forse con l'assassinio della zia Mahaut) della contea d'Artois; per sfuggire alla condanna nel 1336 si rifugiò in Inghilterra alla corte di Edoardo III di cui divenne ascoltato consigliere. Roberto, desideroso di vendetta, fomentò le pretese dinastiche e i sentimenti antifrancesi del suo protettore, fungendo anche da utile contatto con la nobiltà della Francia settentrionale, ostile a Filippo.

A lungo la storiografia ufficiale ha condensato nella rivalità storica fra le dinastie tutte le maggiori cause della guerra; solo in epoca più recente si è rivolta con maggiore interesse alla "questione della Guienna", indicando la conservazione e la legittimazione definitiva del possesso di tale provincia come il vero obiettivo di Edoardo III, il quale con strategia difensivistica avrebbe impostato tutto il conflitto a tale scopo. Negli ultimi anni si sostiene tuttavia la buona fede delle pretese dinastiche di Edoardo e a tali fini sarebbe stata rivolta l'intera sua azione politica e militare: i baroni di Francia in definitiva avrebbero incoronato Filippo non in quanto convinti del suo diritto al trono ma perché consideravano Edoardo a tutti gli effetti uno straniero. La legge salica sarebbe stata, pretestuosamente, chiamata in causa solo trent'anni dopo per una legittimazione postuma: i Valois da parte loro fecero di tutto per convincere i propri sudditi dell'illegittimità delle pretese inglesi, il che contribuì non poco all'esacerbarsi del conflitto.


 +
 Principali battaglie della prima fase della guerra
 --Itinerario dell'esercito di Edoardo III nel 1346
 -- Itinerario del Principe Nero nel 1356

La fase edoardiana
I re d'Inghilterra si erano sempre trovati in una posizione di sudditanza feudale rispetto a quelli di Francia in ragione dei feudi posseduti in Continente. Questo fattore portava ad una duplice ambiguità: da una parte i monarchi francesi avrebbero potuto in ogni momento avanzare pretese legittime su tali domini, dall'altra la presenza così massiccia di possedimenti inglesi su suolo francese rappresentava una vera e propria spina nel fianco per il debole regno capetingio. L'inizio delle ostilità fu totalmente a sfavore dei francesi: l'esercito inglese, dominato dalla presenza dei famosi arcieri muniti d'arco lungo (longbowmen), sconfisse la cavalleria pesante francese, meglio equipaggiata ma indisciplinata. Le armate di re Edoardo III, sbarcate in Francia nel 1337, inflissero a Filippo VI una dura sconfitta nella battaglia di Crécy (1346), conquistarono Calais (1347) e agli ordini del principe del Galles sconfissero a Poitiers la cavalleria pesante del nuovo re di Francia, Giovanni II, che fu catturato e liberato solo dietro il pagamento di un pesante riscatto (1356).
Tuttavia la Francia non disponeva delle ingenti somme richieste dagli avversari e Giovanni II dovette lasciare i suoi due figli come ostaggi. Quando però uno dei due figli fuggì Giovanni, per senso dell'onore, tornò indietro e finì i suoi giorni in prigionia. Il Delfino Carlo, figlio di Giovanni e legittimo erede al trono, fu nominato quindi dagli Stati Generali difensore del regno in assenza del padre.

Battaglia di Crécy
In seguito alla disfatta la Francia sprofondò nel caos: i borghesi di Parigi, stanchi delle continue svalutazioni monetarie e della richiesta di sempre nuove imposte, strapparono al Delfino la Grande Ordonnance (1357) che concedeva agli Stati Generali il potere di autoconvocarsi, il potere di deliberare sulle imposizioni fiscali e infine il diritto di eleggere propri rappresentanti nel Consiglio del Re, mettendo così la monarchia sotto controllo. Questa situazione indusse il Delfino a scendere a patti con gli inglesi; quando giunse a Parigi la notizia degli accordi di Londra che concedevano agli inglesi la sovranità su un terzo della Francia senza contropartita, i borghesi si ribellarono (rivolta di Étienne Marcel, del 1358). A questo punto però Carlo fuggì da Parigi e organizzò una controffensiva, vessando ulteriormente la popolazione rurale per rifornire l'esercito. Scoppiarono così numerose rivolte di contadini (le cosiddette jacqueries). Tuttavia i grandi borghesi parigini si rifiutarono di appoggiare le rivendicazioni contadine: l'esercito dei nobili riuscì facilmente ad avere ragione dei ribelli delle campagne che vennero massacrati.


 Battaglia di Crécy


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Parigi era isolata, Marcel fu assassinato e il Delfino poté tornare in città. Tuttavia il regno di Francia era stremato e il re Giovanni il Buono si affrettò a concludere definitivamente un patto con l'Inghilterra, concedendo a Edoardo III, col trattato di Brétigny (1360), l'intera parte sudoccidentale della Francia ottenendone in cambio la rinuncia alle pretese dinastiche.


1365: La Francia dopo il trattato di Brétigny.
*** Territori controllati da Edoardo III -
*** Territori ceduti dalla Francia all'Inghilterra per il trattato di Brétigny
*** Territori del duca di Bretagna, alleato degli inglesi

 Guerra carolina
Una condizione degli accordi di pace prevedeva che in cambio della rinuncia inglese al trono di Francia il re francese avrebbe perso la sovranità su tutte le terre cedute. Carlo V tuttavia volle ignorare il fatto pretendendo che il Principe Nero, feudatario in Aquitania, gli prestasse giuramento di fedeltà. Al rifiuto del Principe la Francia rispose con la dichiarazione di guerra ed il conflitto con l'Inghilterra riprese (1369). Questa volta la superiorità militare inglese non fu più tanto netta: la nuova tattica francese ideata da Bertrand du Guesclin e consistente nel cosiddetto "sciopero delle armi", ovvero nell'evitare lo scontro campale prediligendo una guerra di logoramento, colse del tutto impre- parati i nemici che abituati alla vecchia guerra

 Carlo V di Francia
d'incursione si prodigavano in lunghe e infruttuose spedizioni di devastazione. Carlo V perciò riuscì a conseguire innumerevoli successi e a riconquistare la maggior parte delle terre precedentemente perse. Nel 1380 gli inglesi conservavano solo Calais, Cherbourg, Brest, Bordeaux e Bayonne. La vittoria sembrava a portata di mano, ma ormai la Francia doveva far fronte a nuove rivolte. Oppresse dal peso di una pesante fiscalità le città delle Fiandre si erano ribellate e pretendevano il riconoscimento dell'indipendenza (1378). La rivolta fu probabilmente, come già detto, finanziata dagli inglesi[senza fonte] che da sempre avevano interessi in quella regione e che speravano in una nuova vittoria delle milizie cittadine fiamminghe contro la cavalleria pesante francese, come era già avvenuto nella battaglia di Courtrai o degli Speroni d'Oro. La Francia tuttavia con l'aiuto di Filippo II di Borgogna sconfisse i ribelli a Roosebeke (1382). Il duca borgognone fu ricompensato dal Re con l'annessione delle Fiandre ai propri domini. Gli inglesi cercarono una soluzione al conflitto. La prima proposta fu presentata da Edoardo III che proponeva di trasformare l'Aquitania in un principato soggetto alla Francia ma governato dal nipote del sovrano inglese, il futuro re Riccardo II. La cosa tuttavia fu accantonata in breve. Ma Riccardo non si arrese: infatti, appena salito al trono d'Inghilterra (1377) ripropose la tregua convinto della necessità della pace. Non ebbe successo e nel 1381 si ritrovò a fronteggiare una serie di rivolte contadine scoppiate in seguito alla predicazione di John Wyclif.

Armagnacchi e Borgognoni
Dopo la morte di Carlo V (1380), il figlio Carlo VI salì al trono di Francia sotto la reggenza dei quattro duchi d'Angiò, Borgogna, Orléans e Berry. La politica francese in questo periodo proseguì sulla falsa riga di quella seguita sotto il monarca precedente e in questo modo la posizione dei Valois continuò a rafforzarsi. Nel 1385 tuttavia il giovane sovrano prese direttamente le redini dello Stato ma con esiti tutt'altro che positivi: il re infatti dimostrò subito una personalità instabile e mostrava i primi segni della pazzia che si palesò ufficialmente a partire dal 1392 e che privò il paese della sua guida.
A partire dal 1393 la Francia fu governata da un consiglio di reggenza presieduto dalla regina Isabella. Il membro più influente del consiglio era il duca di Borgogna (Filippo l'Ardito) che era anche lo zio del re Carlo VI mentre il fratello del re, Luigi d'Orléans, cercava di contrastare il potere di Filippo.
Nel 1404 Filippo l'Ardito morì e suo figlio, il nuovo duca di Borgogna Giovanni senza Paura, ebbe nel consiglio di reggenza un'influenza molto minore del padre e si scontrò con Luigi d'Orléans per ottenere il controllo della Francia. Nel 1407 l'uccisione del duca Luigi ad opera dei partigiani di Giovanni fece sfociare la lotta per il potere in una vera e propria guerra civile.
Il successore di Luigi fu il figlio Carlo che nel suo desiderio di vendetta raccolse intorno a sé diversi nobili, detti orleanisti, e nel 1410 si alleò con il suocero Bernardo VII, conte d'Armagnac, ed i suoi cavalieri guasconi (da cui il nome di Armagnacchi). Egli intraprese così un'accanita lotta contro la fazione dei Borgognoni. Questi ultimi per tentare di vincere non esitarono a chiedere l'aiuto degli inglesi aprendo l'ultima e decisiva fase della guerra dei cent'anni.

La Guerra dei Lancaster.
Dopo la morte di re Riccardo e la fine della dinastia dei Plantageneti salì al trono d'Inghilterra il primo dei Lancaster (la dinastia da cui prende il nome la terza ed ultima fase della lunga guerra): Enrico IV. Enrico fece un'apparizione del tutto breve poiché salì al trono già molto anziano e governò durante il periodo di tregua che divide la Fase Carolina dalla Fase dei Lancaster. Il popolo mal sopportava il nuovo re perché aveva avuto in passato screzi familiari con il beneamato dal popolo Riccardo II che in un momento addirittura lo esiliò. Alla morte di Enrico IV il testimone passò ad Enrico V, suo primogenito. Intanto sull'altra sponda della Manica anche i francesi passarono, anche se brevemente, da una dinastia ad un'altra: difatti Carlo VI non poté più regnare poiché malato probabilmente di schizofrenia; a quel punto salì al trono anche se non legalmente Filippo II di Borgogna. Luigi di Valois, duca d'Orléans nonché fratello di Carlo VI, duellò per la corona con Filippo II: alla fine l'ebbe vinta ma la battaglia non finì qui. Ciò fece scaturire l'odio reciproco tra le due dinastie che sarebbe durato vari secoli. Quindi l'erede legittimo della corona di Francia divenne il figlio di Carlo VI: Carlo VII.

Battaglia di Azincourt
Enrico V approfittando di queste lotte interne intervenne a favore dei Borgognoni e annientò l'esercito francese nella battaglia di Azincourt (1415). Il destino della Francia sembrò segnato (in quell'evento cadde fra l'altro prigioniero il maresciallo di Francia Jean II Le Meingre detto Boucicault): le forze congiunte degli inglesi e dei borgognoni occuparono in breve tempo l'intera parte settentrionale del regno, Parigi cadde e gli armagnacchi furono costretti a scendere a patti: Caterina, figlia di Carlo VI, andò in sposa ad Enrico (trattato di Troyes, 1420).
Così alla morte di Carlo VI e di Enrico V (1422) il figlio del re inglese, Enrico VI, venne incoronato a soli nove mesi "Re di Francia e d'Inghilterra". La madre, Caterina di Valois, fu allontanata dal figlio e non lo poté educare poiché il consiglio di reggenza inglese (che fu costituito per l'età prematura del nuovo re ed era capeggiato dal signore di Bedford) pensava potesse influenzare il bambino facendolo passare dalla parte francese.
Gli inglesi a questo punto pensarono che fosse giunto il momento propizio per dare il colpo di grazia al regno di Francia e violando i patti stipulati a Troyes si apprestarono ad assediare Orléans, città simbolo della parte armagnacca, mentre il delfino Carlo VII impotente si era ritirato nel Sud.


 Situazione nel 1429
*** Territori controllati da Enrico V
*** Territori controllati dal duca di Borgogna
*** Territori controllati dal delfino Carlo
*** Principali battaglie
--- Attacchi inglesi nel 1415
--- Viaggio di Giovanna d'Arco verso Reims nel 1429
Giovanna d'Arco determina la vittoria francese
Quando tutto sembrava perduto una giovane contadina lorenese, Giovanna d'Arco, si recò dal Delfino Carlo dichiarandosi inviata da Dio per risollevare le sorti del regno di Francia (1429). La ragazza sosteneva di essere stata spinta ad agire in prima persona per il bene della Francia dalle voci dell'arcangelo Michele e delle sante Caterina d'Alessandria e Margherita d'Antiochia. Sebbene gli storici inglesi minimizzino il ruolo che ella ebbe nello svolgersi degli eventi, è tuttavia impossibile ignorare che da quel momento in poi la guerra registrò una svolta di non poco conto. Le truppe del delfino infatti guidate da Giovanna ruppero l'assedio di Orléans (da tale impresa derivò il soprannome di "Pulzella d'Orléans") infliggendo una pesante sconfitta alle forze inglesi e portando alle stelle il morale dei francesi che imbaldanziti sconfissero una seconda volta l'esercito del Bedford nella battaglia di Patay e riuscirono a liberare tutti i territori occupati fino a Reims, dove Carlo VII si fece incoronare.

Sopra: Giovanna d'Arco malata è
interrogata in prigione dal cardinale di
Winchester, dipinto di P. Delaroche,
1824, Museo delle Belle arti di Rouen

Mentre per Giovanna sarebbe stato opportuno continuare la guerra fino alla totale cacciata degli inglesi, il sovrano preferì intavolare delle trattative col nemico. La Pulzella allora continuò le proprie spedizioni fino a quando nel 1430 fu catturata dai Borgognoni a Compiègne e consegnata agli inglesi per 10.000 lire tornesi, processata per eresia e infine condannata a morte (1431) senza che apparentemente Carlo VII intervenisse. La figura di Giovanna fu riabilitata solamente al termine della guerra (1456) divenendo così un personaggio mitico e leggendario della storia francese e uno dei simboli più significativi della Francia monarchica e cristiana. Con la Rivoluzione francese del 1789 anche questa immagine, come tantissime altre dell'Ancien Régime, sarà spazzata via o perlomeno oscurata dai nuovi simboli della rivoluzione. Nel 1920 (a 489 anni di distanza dalla sua morte) Gio-
vanna d'Arco fu canonizzata da papa Benedetto XV e nello stesso anno la Francia le dedicò una festa nazionale tuttora in vigore.

Pace di Arras e fine delle ostilità
Finita la guerra civile e scacciati gli inglesi da buona parte del territorio, Carlo VII, "re di Francia", convocò una riunione ad Arras per stipulare gli accordi per poter costituire il Regno di Francia e rendere definitiva la pace tra armagnacchi e borgognoni. La Conferenza di Arras è ricordata per esser stata la prima conferenza europea. Ad essa presero parte i francesi, i borgognoni, i lussemburghesi e i Savoia. Carlo VII cedette a Filippo III la Contea di Mâcon e le città della Somme che costituirono con l'Olanda settentrionale e meridionale gli Stati Generali dei Paesi Bassi, uno Stato nazionale basato (come oggi) sul modello francese. Inoltre il duca di Borgogna rimase vassallo del monarca francese ma diventò ufficialmente indipendente da questo. Il trattato di Arras pose finalmente termine alla guerra civile tra armagnacchi e borgognoni. Fu firmato il 21 settembre 1435.
L'Inghilterra, così rimasta isolata sul continente, subì ripetute sconfitte da parte delle truppe di Carlo VII. Nel 1436 perse Parigi mentre, in seguito alle campagne avvenute tra il 1448 ed il 1453 culminate nella battaglia di Castillon, il controllo della Guienna e della Normandia passò definitivamente ai francesi. Agli inglesi rimase solo il porto di Calais che sarebbe caduto nel 1559.

Trattato di Picquigny

 Edoardo IV d'Inghilterra
   Le disfatte subite in Francia non portarono subito alla pace poiché un qualunque trattato avrebbe portato alla rinuncia da parte degli inglesi a qualsiasi pretesa sul trono francese e inoltre l'Inghilterra in quel periodo era sconvolta dalla guerra delle due rose. Solo il 29 agosto 1475 Luigi XI, nuovo re di Francia, ed Edoardo IV, nuovo re d'Inghilterra, si riunirono con le loro rispettive corti a Picquigny per firmare il trattato che avrebbe messo fine alla guerra. I conflitti anglo-francesi ripresero nei primi anni del XVI secolo durante le guerre d'Italia e poi nuovamente verso la fine del XVII secolo durando fino al 1815 in quella che è definita da alcuni storici la seconda guerra dei cent'anni.

Conseguenze della guerra
La guerra dei cent'anni coprì per intero l'ultimo scorcio del Medioevo e di conseguenza Inghilterra e Francia (in particolare quest'ultima) alla fine del conflitto apparivano molto differenti rispetto a prima. L'Inghilterra si era trasformata in seguito alla pace finale da potenza con forti interessi sulla terra ferma a stato marittimo del tutto tagliato fuori dalle vicende continentali (e ciò si fece sentire durante tutto il periodo successivo). Ma gli stravolgimenti maggiori si ebbero in Francia: se all'inizio del Trecento il regno aveva un'impronta fondamentalmente feudale e la corona deteneva solo un potere limitato, a metà Quattrocento un esercito permanente aveva soppiantato le milizie feudali e cittadine, l'autorità regia rappresentata dai balivi si era estesa a tutto il territorio ed era stata creata una fiscalità centrale. Il potere dei feudatari inoltre era stato notevolmente limitato e non erano più presenti possedimenti stranieri (con le uniche eccezioni di Calais e della Borgogna) all'interno dei confini.